Una definizione molto generale della qualità è alla base della normativa internazionale, contraddistinta dalla sigla ISO 9000, che regola le produzioni di ogni genere.
Questa normativa definisce la qualità come “l’insieme delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite“.
E’ evidente che la qualità non può essere definita in termini assoluti, nasce piuttosto dai bisogni e dai desideri dei consumatori.
Nei vari settori industriali, il concetto di qualità si è profondamente trasformato a partire dagli anni del dopoguerra.
Fino agli anni che precedettero la seconda guerra mondiale il mercato offriva una scarsa scelta di prodotti, presenti in quantità non elevate; tuttavia era usuale una produzione famigliare di parecchi prodotti.
Non esisteva la produzione industriale, ma tante piccole realtà artigianali.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta si verifica il cosiddetto boom economico, che coinvolge tutto il tessuto industriale nazionale.
I consumi generali lievitano e cambiano le abitudini, le esigenze e le necessità dei cittadini.
Nelle aziende di produzione la qualità è un requisito del prodotto finito che deve essere controllato.
Il controllo avviene alla fine del processo produttivo: quando un prodotto non presenta determinate caratteristiche viene escluso dalla vendita.
Sulla produzione si effettua un controllo qualitativo di tipo statistico ( quanti prodotti scarto ogni 100 pezzi?) per cercare di realizzare sistemi in grado di produrre con qualità sempre più elevata e minimi scarti per avere una produzione con una qualità costante.
Non ci sono dubbi: zama e alluminio stanno sostituendo le leghe ferrose nei cicli produttivi delle automobili attualmente in fase di assemblaggio presso gli stabilimenti delle case automobilistiche più note.
Naturalmente esistono molteplici ragioni che hanno permesso questo grande risultato in tempi ragionevolmente brevi.
Inoltre, con la pressofusione, spesso, non sono necessarie ulteriori lavorazioni dopo la fusione.
Questa tecnologia, non solo permette una precisione sui pezzi del 99.8%, ma permette l’utilizzo diretto dei prodotti grezzi, poiché hanno comunque una finitura esteticamente piacevole.
Tuttavia zama e alluminio hanno campi di applicazione differenti e sono in grado di soddisfare necessità qualitative ampiamente differenti tra loro.
Cerchiamo di capire quali sono i plus delle due leghe che stanno permettendo di creare una vera e propria riconversione industriale del settore, a partire dagli anni della crisi del petrolio.
Se stai valutando l’acquisto di una nuova pressa, hai trovato qualcosa di decisamente interessante da leggere.
Prova a rispondere a queste domande.
In effetti il gruppo iniezione di una pressa rappresenta il cuore della macchina e conoscere bene cosa si nasconde dietro alle nuove tecnologie per ottimizzare i profili di riempimento degli stampi diventa strategico per indovinare al 100% il tuo nuovo investimento.
Oggi, le presse sono dotate di soluzioni tecnologiche particolarmente interessati e performanti rispetto al passato.
Ecco alcuni aspetti legati al gruppo iniezione che dovresti valutare, nel momento in cui stai per acquistare una nuova macchina.
È arrivato il momento di fare due conti molto semplici.
Quanto costa realmente produrre un pezzo, un articolo o un accessorio nella tua fonderia?
Generalmente quali sono i principali parametri che incidono nei costi di produzione?
Proviamo a concentrare il nostro focus, per l’ennesima volta, sul concetto di “scarto di produzione”.
È strategico mettere l’efficienza di ogni azienda in primissimo piano, facendo molta attenzione ad evitare gli sprechi, ad ottimizzare i costi di produzione, ad investire in maniera mirata e precisa, a lavorare in maniera chirurgica verso l’ottimizzazione dei propri cicli produttivi.
Come dicevo, è arrivato il momento di fare due conti molto semplici.
Iniziamo ad analizzare i parametri che entrano in gioco nella stima che ora proveremo ad immaginare insieme.
È possibile ridurre drasticamente in brevissimo tempo i margini di guadagno di una fonderia?
Certo!
Purtroppo, nella mia lotta quotidiana con le inefficienze, conosco aziende che hanno problemi qualitativi importanti e non riescono a capire cosa fare per risolverli.
Può capitare che hanno acquistato impianti con tecnologia di ultima generazione e riescono a sfruttarli forse al 30% delle loro potenzialità.
Spesso, le loro inefficienze produttive mettono in croce tutti i reparti produttivi e allungano pericolosamente i tempi di consegna dei loro prodotti.
In questo caso diventa strategico trovare un aiuto serio e concreto.
I tecnici dei reparti di progettazione e dei reparti di produzione hanno bisogno di elevare le loro conoscenze tecniche per colmare le loro lacune e rilanciare finalmente l’azienda verso un percorso di crescita e di consolidamento duraturo nel tempo.
Ma questo è solo l’inizio.
Le lacune tecniche nel campo della pressofusione devono essere colmate e risolte nel più breve tempo possibile e con la massima efficienza organizzativa di cui disponi.
Ti sei mai domandato qual è la reale definizione di “qualità”?
Eccola…
È definita come “…l’insieme delle operazioni e degli interventi effettuati normalmente nel corso di qualsiasi produzione industriale per accertare e garantire che il prodotto risponda alle esigenze delle lavorazioni, ai requisiti stabiliti da norme, capitolati, prescrizioni elaborate all’interno dell’industria, alle disposizioni di legge, alle prescrizioni concordate a livello nazionale o internazionale, ecc…”.
Il controllo degli standard qualitativi del prodotto avviene attraverso varie fasi.
La prima fase d’intervento del controllo di qualità è costituita dai controlli da effettuare su tutti i materiali (grezzi, semilavorati, finiti) che un’industria acquista per trasformarli o raggrupparli e montarli o come materiali di consumo.
Un’industria del ramo metalmeccanico, per esempio, acquista materiali grezzi (lingotti o pani di metallo, leganti, scorificanti, ecc.), materiali semilavorati (barre e tubi metallici, laminati, trafilati, fusioni), materiali finiti (guarnizioni, valvole, raccorderia per media e alta pressione, componenti elettrici, parti in plastica finite di lavorazione, ecc.), materiali di consumo (combustibile, lubrificanti, vernici, solventi, materiali per imballaggi a perdere, ecc.) e altro.
Il compito del controllo, nella fase di accettazione, è di accertare con i mezzi e i metodi più opportuni la rispondenza o meno dei materiali agli standard di qualità e alle tolleranze prestabiliti, e di conseguenza accettare o respingere ogni arrivo di materiale.
Il risparmio energetico nel settore industriale offre molteplici opportunità alle aziende che desiderano tagliare i costi energetici.
Ecco, ad esempio, 5 soluzioni di risparmio energetico più allettanti per il settore industriale, valide per gran parte degli ambiti produttivi, con un ritorno sull’investimento assolutamente sostenibile.
1) MOTORI E INVERTER INDUSTRIALI ALL’AVANGUARDIA
Da qualche anno a questa parte sono comparsi sul mercato motori e inverter avanzati che vanno a sostituire o affiancare i macchinari tradizionali al fine di garantire consumi inferiori.
I motori e gli inverter in commercio consentono di tagliare la bolletta per l’energia elettrica fino al 30%, un margine tra i più elevati che si traduce in maggiore efficienza energetica e in un ritorno di investimento di soli 12 mesi.
2) RIFASAMENTO INDUSTRIALE PER MACCHINARI E IMPIANTI
Tra le soluzioni di risparmio energetico per il settore industriale più promettenti al giorno d’oggi bisogna annoverare il rifasamento industriale, una tecnologia sviluppata per regolare la potenza degli impianti e raggiungere una situazione di regime ideale.
Perdite e dispersioni di energia elettrica vengono in questo modo notevolmente ridimensionate, con benefici immediati in termini di durata dei macchinari, manutenzione e costi vivi per l’azienda.
È inutile nascondersi: i margini di guadagno e di investimento che avevamo qualche anno fa sono solo un amaro ricordo!
Oggi, per vincere la tua battaglia nel mercato globale, devi curare anche i dettagli che ritieni più insignificanti.
Hai bisogno di crescere le tue competenze tecniche, anche e soprattutto nel momento in cui devi fare un importante investimento per la tua azienda.
Qualche anno fa gli impianti si ordinavano facendo un paio di ragionamenti che oggi sono palesemente superati.
Come ti dicevo, oggi la situazione è palesemente cambiata: devi guardare altre cose, molto più importanti e molto meno conosciute.
I recenti incentivi legati al mondo dell’industria 4.0 hanno sicuramente dato linfa vitale a un processo di rinnovamento della tecnologia produttiva delle aziende lungimiranti, innovative, con manager perspicaci e intelligenti.
Questa premessa mi serve per fare una semplicissima considerazione.
Se ti colleghi al sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy puoi trovare alcune informazioni molto interessanti.
Ecco alcuni dettagli.
“…al via Transizione 5.0, 6,3 miliardi per la sfida green e digitale delle imprese…
Nel biennio 24/25 a disposizione delle aziende risorse complessive per 13 miliardi di euro.
In Consiglio dei Ministri è stato approvato il decreto-legge Pnrr, che introduce il nuovo “Piano Transizione 5.0”.
Il programma mira a sostenere gli investimenti in digitalizzazione e nella transizione green delle imprese attraverso un innovativo schema di crediti d’imposta.
Il Piano prevede risorse pari a 6,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, per un totale di circa 13 miliardi nel biennio 2024-2025 a favore della transizione digitale e green delle imprese italiane.
Alle aziende verrà concesso un credito d’imposta automatico, senza alcuna valutazione preliminare, senza discriminazioni legate alle dimensioni dell’impresa, al settore di attività o alla sua localizzazione. Saranno agevolati gli investimenti in beni materiali e immateriali, purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva pari almeno al 3% (o al 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento).
Combattere sui mercati è una gara, una competizione: si corre per battere gli altri, non per fare una scampagnata e senza preparazione, nessun atleta ha mai vinto una gara seria.
Per questo formazione e improvvisazione, si ricollegano logicamente: la formazione è l’anello mancante rispetto a ciò che fanno le PMI oggi e la preparazione è l’unico modo per prosperare e vincere sui mercati.
Inserire un progetto formativo adeguato nella piccola media impresa significa applicare un approccio programmato e strutturato.
Semplificando, significa:
-Capire dove sono focalizzate le lacune dell’azienda
-Fornire un progetto formativo diverso dallo standard esistente in commercio
-Esporre concetti complessi in maniera semplice e facilmente assimilabile da tutti i livelli gerarchici aziendali
-Fornire strumenti semplici in grado di aiutare i tecnici ad applicare realmente nella fonderia e negli uffici di progettazione quanto imparato durante i corsi di formazione
-Passare direttamente all’azione: il lavoro deve iniziare nelle aule didattiche e deve terminare in fonderia con risultati tangibili
-Non sparire al termine del progetto formativo ma restare a disposizione dei tecnici fino al raggiungimento della loro autonomia.
-Collegare tutto il lavoro eseguito con azioni dirette in fonderia da parte dei tecnici partecipanti
_Fare un patto con l’azienda che riceve formazione: la clausola soddisfatto o rimborsato; ogni progetto formativo deve dare vantaggi tangibili a chi lo riceve altrimenti non serve a nulla; altrimenti sono solo chiacchiere…
…e, naturalmente, serve tanta, tanta, tanta organizzazione…
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione