L’economia del nostro Paese è sorretta decisamente dalle piccole e medie imprese (PMI): si tratta di realtà industriali con caratteristiche ben definite.
Le piccole e medie imprese o PMI sono aziende le cui dimensioni rientrano entro certi limiti occupazionali e finanziari prefissati.
Per questa ragione, e anche per le oggettive difficoltà di attrarre capitali, Stati e Regioni di solito mettono in atto politiche di sostegno verso la PMI (anche se, di fatto, le PMI, complessivamente, pagano più tasse sul reddito delle multinazionali).
È importante considerare che le piccole e medie imprese si comportano talvolta in modo decisamente diverso da quelle di dimensioni maggiori, sia per la diversa tipologia di organizzazione (talvolta le PMI sono ancora gestite direttamente dal proprietario), sia per la limitata disponibilità di capitali e le conseguentemente differenti politiche gestionali.
Purtroppo questa è solo la punta dell’iceberg!
Quando vengono a mancare i margini di investimento, si arresta il processo di innovazione tecnologica, non si investe più in tecnologia (vitale per sopravvivere in un mondo globale), non si investe più in formazione (il bagaglio tecnico delle nuove generazioni non si adegua alle richieste qualitative del mercato), non si riducono le costosissime inefficienze delle aziende, delle fonderie che qualche anno fa erano ampiamente compensate da margini di investimento oggi impensabili.
Cosa è possibile fare per prevenire una situazione impensabile fino a 10 anni fa?
Ora desidero spiegarti come un mio cliente è riuscito a risolvere il problema dello scarto di produzione elevato per un suo articolo strategico.
Leggi con attenzione ciò che ti riporto di seguito: potrebbe essere un problema che stai affrontando anche tu da molti anni senza capire quale sia la causa che lo sta generando.
Grazie ad un lavoro di squadra particolarmente efficace e produttivo, è riuscito a stabilizzare un problema che lo stava perseguitando da almeno 3 – 4 anni.
È incredibile come alcuni semplici dettagli possano generare risultati decisamente differenti sulle fusioni in zama: ecco alcuni trucchi che fanno parte del mio bagaglio personale, della mia esperienza, delle mie ricerche in fonderia, dei miei errori, della mia rivincita personale e della mia passione più grande: l’analisi scientifica del processo.
Innanzitutto è vitale applicare un metodo analitico e scientifico per capire la vera origine delle difettosità ed è indispensabile focalizzare la tua attenzione sulla misurabilità del maggior numero di variabili che gravitano attorno al tuo processo produttivo.
Se questa analisi delle variabili di processo si appoggia a basi scientifiche consolidate, puoi calcolare con la massima precisione i migliori parametri di processo, regolare i tuoi impianti per ottenere realmente lo standard qualitativo che vuoi dalle tue fusioni, monitorare il processo produttivo per mantenere costanti le performance degli impianti.
Non vorrei dirti una banalità ma…
Ecco il famoso problema del mio cliente: vedrai tutte le scelte tecniche effettuate a priori; effettueremo insieme una analisi comparativa di costo e di inefficienza produttiva che tale scelta ha portato nel tempo.
Ecco cosa puoi fare immediatamente: inserisci nella barra di ricerca di Google questo indirizzo: https://www.zamascartozero.com/.
Cerca il modulo di contatto e scrivimi, chiedendomi una copia del mio libro: Zama Scarto Zero – Il Primo Metodo Certo per Abbattere gli Scarti nella Fonderia di Pressofusione Zama.
In alternativa, inviami direttamente la tua richiesta scrivendomi a questo indirizzo: [email protected].
Quando riceverai la tua copia personale, cerca un ambiente tranquillo e inizia subito la tua lettura: scoprirai rapidamente cosa significa evolvere nel mondo della fonderia di zama e capirai cosa puoi rischiare se l’evoluzione della tua azienda si è fermata o se sta procedendo a un ritmo troppo lento.
Sono convinto che sei realmente interessato a fare la differenza nella tua fonderia di zama: per questo motivo desidero servirti su un piatto d’argento alcune nozioni tecniche ricavate da una prova realizzata presso un mio cliente.
Naturalmente, ogni riferimento è legato a esempi reali, numeri tangibili e riscontri matematici con i quali ti puoi direttamente confrontare.
Sono perfettamente d’accordo con te: zama e alluminio hanno pochissimi lati in comune.
Le differenze tra i due processi produttivi sono realmente abissali: gli impianti completamente differenti, così come il comportamento termico e fluidodinamico, le criticità di sistema, gli stampi stessi, i tempi ciclo tipici del processo, il tipo di distaccante, le temperature di esercizio degli stampi, ecc…
Eppure, nel corso della fiera, questa domanda mi è stata rivolta molto spesso.
Con questa premessa, semplicemente utilizzando formule, leggi termodinamiche o fluidodinamiche, proprietà chimiche o meccaniche opportunamente calibrate sul tipo di materiale o di processo di pressofusione che si sta cercando di progettare, regolare o monitorare, è possibile ottenere risultati eccezionali.
Ti ricordo che il Metodo Scarto Zero ha semplicemente il compito e lo scopo principale di raggiungere alcuni target, alcuni obiettivi che desidero ricordarti di seguito.
Sembrerebbe un luogo comune il fatto di addossare tutte le responsabilità legate alle nostre scelte sbagliate all’ultima crisi che ha messo in ginocchio l’economia mondiale.
Purtroppo ci stiamo dimenticando una cosa decisamente banale: l’economia mondiale è stata scossa ben 10 anni fa dall’evento economico più catastrofico a partire dal 1929: il fallimento di importanti banche che hanno sorretto l’economia americana fino a quel momento (stiamo parlando del 2008).
In questi anni, la situazione economica si è mossa e si è evoluta in maniera piuttosto altalenante (ricordiamo la crisi dei debiti sovrani di alcuni Paesi della comunità europea); tuttavia le azienda con i conti in ordine hanno avuto la possibilità di continuare nella loro politica di investimento e di rinnovamento dei loro reparti produttivi.
I recenti incentivi legati al mondo dell’industria 4.0 hanno sicuramente dato linfa vitale a questo processo di rinnovamento della tecnologia produttiva delle aziende lungimiranti, innovative, con manager perspicaci e intelligenti.
Questa premessa mi serve per fare una semplicissima considerazione.
Desidero riportarti un esempio che risale a un paio di anni fa.
Ciao Sono Roberto Camerin.
Ti scrivo per comunicarti che anche alla GIFA 2019 a Dusseldorf, molte aziende hanno imparato un metodo certo per abbattere gli scarti nella fonderia.
Ti è mai capitato di non dormire di notte perché il giorno seguente devi mettere in produzione un nuovo articolo, per un tuo cliente strategico e importantissimo, ma non sai effettivamente quale risultato otterrai?
Sai che non puoi sbagliare perché non lo puoi perdere.
Sai anche che non hai margini per assorbire i costi di un nuovo progetto.
Ti sei affidato ai tuoi progettisti migliori per la realizzazione dello stampo ma non sai cosa accadrà domani mattina quando entrerai in fonderia, perché in quel posto non entrano formule matematiche e non puoi sapere esattamente dove possono arrivare i simulatori di processo!
Consolati: non sei l’unico ad avere passato questa brutta avventura.
Numerosi clienti che hanno chiesto il mio intervento si sono trovati nella stessa situazione.
In particolare, ricordo un importante cliente, che produce pezzi per i grandi marchi della moda, quelli che non ti perdonano NULLA, quelli che da te pretendono il massimo al minimo costo possibile.
Questa azienda, prima di incontrarmi, produceva in fonderia con una decina di macchina a ritmi indiavolati: circa 3 turni dal lunedì al venerdì, quasi 2 turni il sabato, a volte anche la domenica.
Che fortuna, potresti pensare!
Che fortuna… Ma di tutta questa produzione, quanti pezzi venivano realmente consegnati ai clienti?
I ritmi produttivi, erano ottimizzati al massimo rendimento oppure le macchine zoppicavano vistosamente per problemi di vario genere?
Purtroppo gli scarti erano piuttosto importanti, capitavano anche i rifacimenti degli stampi più delicati, le macchine erano spesso ferme per cambi di produzione, i fermi macchina si verificavano anche per problemi di qualità delle stampate.
Ecco una grande sfida.
Puoi fare un deciso salto di qualità rispetto ai tuoi concorrenti per tornare ad avere i margini di investimento di qualche anno fa.
Spesso si tratta di gestire un commessa con buon senso, con attenzione, con metodi che stanno realmente funzionando nel mondo industriale moderno e ti possono insegnare nuovi concetti per produrre in qualità i tuoi pezzi.
Sto studiando da anni il modo per abbattere i costi del sistema di gestione della qualità di un’azienda senza aumentare il numero delle persone che eseguono controlli in linea.
In effetti, ti renderai presto conto che stiamo parlando di due cose diametralmente opposte tra loro.
Cosa significa, nel concreto, questa affermazione se la trasportiamo nella realtà quotidiana di un’azienda che produce pezzi con la tecnologia della pressofusione?
Perché questa affermazione è una solida realtà che puoi applicare anche alla tua fonderia?
Proprio così: non ti è mai capitato che la regolazione dell’impianto in fonderia vada in direzione opposta al risultato della simulazione che hai appena eseguito?
Per capire meglio questo concetto, vediamo insieme alcune nozioni tecniche ricavate da prove realizzate presso i clienti: esempi reali, numeri tangibili e riscontri matematici con i quali ti puoi direttamente confrontare.
È arrivato il momento di scoprire il segreto per capire perché, a volte, i risultati delle simulazioni sono così differenti dalle regolazioni reali di processo nella tua fonderia.
Cercheremo di rispondere insieme alla domannda sottostante.
Il motivo si congiunge quasi sempre a considerazioni comuni.
In effetti, è autodistruttivo considerare solo aspetti progettuali che non escono dalle porte dell’ufficio tecnico e non prendono in considerazione gli aspetti principali che caratterizzano il gruppo iniezione di una pressa.
Ecco cosa voglio mettere evidenziare.
Questa domanda vi viene rivolta molto spesso.
Il processo produttivo dei pezzi in zama solitamente è legato al basso costo di lavorazione di una materia prima poco conosciuta, che permette l’utilizzo di macchinari economici, un costo energetico inferiore ed una maggiore semplicità di gestione del processo rispetto all’alluminio.
Naturalmente non dobbiamo soffermarci solo su queste valutazioni.
È ovvio che esistono caratteristiche tecniche della zama che la rendono migliore rispetto all’alluminio in determinate applicazioni.
È necessario andare alla ricerca di risposte di carattere tecnico se desideri evitare di commettere errori strategici nella scelta della materia prima.
Ho dovuto scovare queste informazioni nei luoghi più remoti, provandole sul campo per validarle e considerarle attendibili a tutti gli effetti.
Nel corso del tempo ho dovuto necessariamente incrementare le mie conoscenze di processo per riuscire a risolvere i problemi che perseguitano da anni le fonderie di zama.
Naturalmente, nel corso delle mie ricerche in pressofusione, ho dovuto effettuare numerosi esperimenti per collegare la fonderia ai relativi numeri legati all’analisi scientifica del processo.
Abbiamo capito che il riempimento di uno stampo trova alcune similitudini nel processo di galleggiamento di un iceberg.
Purtroppo, solo il 10% di questa enorme montagna di ghiaccio è visibile e galleggia sull’acqua.
Se crollano gli equilibri principali localizzati nella parte sommersa della montagna di ghiaccio, è possibile che una cospicua parte dell’iceberg possa affondare molto rapidamente.
È possibile che si verifichi anche il fenomeno inverso: l’abbattimento dell’equilibrio che determina il corretto galleggiamento della montagna di ghiaccio nella sua parte emersa (che ne rappresenta solo il 10%) potrebbe destabilizzare pesantemente la parte immersa dell’iceberg innescando un fenomeno autodistruttivo difficilmente compensabile creando una serie di eventi a catena in grado di farlo affondare molto rapidamente.
Cosa possiamo concludere da tutto ciò?
Cosa possiamo fare per prevenire questo fenomeno?
Dobbiamo necessariamente appoggiarci a basi scientifiche consolidate, che permettono di calcolare con la massima precisione i migliori parametri di processo, di regolare i tuoi impianti in maniera ottimale, di monitorare il processo produttivo per mantenere costanti le performance degli impianti.
Per essere reale e concreto, voglio riportare un esempio reale, relativo ad una prova stampo presso un cliente, mettendo a nudo tutte le scelte tecniche effettuate a priori, effettuando una analisi comparativa di costo e di inefficienza produttiva che tale scelta ha portato nel tempo.
Preparati a ricevere le risposte che stai cercando da molto tempo.
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione