Roberto Camerin

Siamo nel 1989 e a Berlino viene abbattuto il muro che separa la città tra la fazione russa e americana.

Nel frattempo anche il mio primo anno di università crolla a pezzi.

Infatti passo solo l’esame di Analisi1 e i miei genitori sono pronti a dichiararmi guerra dopo questo pessimo risultato… (e come dargli torto).

Ho già pronta la mia valigia per lasciare l’abitazione.

Ricordo ancora quella sera dentro il bar disperato dall’ultimatum dato dai miei genitori se non porto a termine gli studi.

Improvvisamente vedo entrare nel locale una ragazza che mi colpisce subito per il suo aspetto.

Basta un attimo e le mie sorti iniziano a cambiare.

Da quel primo e unico esame che strappo con le unghie supero gli anni universitari con decisione e tanta fiducia per il futuro.

La parte interessante è che dopo qualche anno sono laureato e sulla via del matrimonio.

Tutto molto bello fino a quando… una sera al rientro a casa vedo dalla strada un bagliore di lampeggianti blu che mi si avvicina e si ferma proprio di fronte alla mia abitazione.

Penso ad un malore di qualche vicino di casa e inesorabile proseguo il mio percorso per portare a destinazione la mia ragazza.

All’improvviso lei mi dice di fermarmi e scendere per verificare l’accaduto.

Il mondo mi se gela davanti agli occhi.

Quella persona vicina all’ambulanza è proprio mio padre… che se n’è appena andato.

La vita mi sta mettendo davvero alla prova.

Siamo nel 1997 e per me è l’anno in cui inizio a diventare un uomo… di casa e con un lavoro fisso da ingegnere elettronico.

I primi passi sono incoraggianti, da tecnico passo a responsabile tecnico, da tecnico commerciale a responsabile commerciale… in Italia e all’estero, e nel frattempo divento addirittura papà.

Però c’è un problema. Arriviamo nel 2008, anno in cui mi trovo nel posto sbagliato al momento sbagliato e la mia vita cambia per la seconda volta.

Questa volta in peggio.

Vivo tre anni di magra, intendo con il minimo indispensabile per arrivare a fine mese e vedo sfumare tutto ciò che di positivo posso dare all’azienda.

Nel 2010 mi si presenta inaspettata un’opportunità che ho colto con grande entusiasmo: diventare responsabile commerciale di un’importante azienda che produce macchine tecnologicamente avanzate e che esporta in tutto il mondo.

Dopo anni difficili finalmente una seconda occasione per dimostrare il mio valore.

Mi viene dato l’incarico di aprire una nuova sede all’estero, di cercare una persona fidata a cui consegnare tutti i miei insegnamenti, di partecipare a importati fiere di settore all’estero, di farsi conoscere nel miglior modo possibile.

Sembra tutto bello fino a qui…

Ecco un’altra terribile notizia: l’azienda manda i dipendenti in cassa integrazione e opera dei tagli del personale.

Tra questi tagli ci sono pure io.

Inizio allora a farmi delle domande.

Dove ho sbagliato? Come mai? Non può essere la sfortuna a distruggere i miei sogni di gloria! Cosa mi manca? Cosa mi sta sfuggendo? …

Ma esattamente cosa posso imparare da questi eventi?

Imparo a percorrere una strada dove solo io conosco il tracciato e dove solo io posso aprire nuovi percorsi per raggiungere nuovi obiettivi.

Inizio allora a portare avanti la mia passione più grande: i numeri!

Inizio a lavorare su un progetto messo in un cassetto qualche anno prima.

Lo rado al suolo completamente, le mie conoscenze oggi sono completamente diverse da quelle di un tempo.

Ci butto dentro tutto ciò che mi porto via dalle mie esperienze lavorative.

Lavoro giorno e notte, sputo sangue, sudore, sacrifici, weekend passati davanti a un computer, non ci sono feste e santi che tengano.

Questo progetto è mio e lo devo portare a termine una volta per tutte.

Grazie a Dio, nel momento più buio della mia carriera mi squilla il telefono. E’ un amico proprietario di una fonderia artistica per leghe di ottone, il quale mi chiede consiglio sul passaggio della produzione dall’ottone alla zama.

Rispondo che da alcuni anni lavoro sull’ottimizzazione del processo di pressofusione zama attraverso un metodo che controlla e regola i principali parametri.

Siamo nel 2015 e iniziamo a inserire il mio metodo nel suo processo produttivo: ecco le prime prove, i primi test, i primi corsi ai tecnici di progettazione e al personale di fonderia, e subito vengono a galla i primi risultati decisamente interessanti.

Finalmente, dopo anni di duro lavoro, il metodo rispecchia esattamente tutte le prove di quelle notti passate insonni.

Il sogno diventa realtà!

Dalla prima esperienza in fonderia oggi sono passato allo sviluppo e la controllo di numerosi processi di pressofusione zama e sono considerato dai miei clienti l’esperto in Italia dell’abbattimento degli scarti.

Non è facile come sembra…

Infatti non faccio altro che lavorare con una delle più importanti università di ingegneria italiana per perfezionare sempre più il mio metodo di lavoro e per portare ai miei clienti la soluzione più funzionale possibile per sfruttare al massimo le potenzialità aziendali.

Se anche tu vuoi conoscere come abbattere una volta per tutte gli scarti nel processo di pressofusione zama …

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Roberto Camerin

L’esperto del processo di pressofusione zama

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