Il Primo Metodo Certo per Abbattere gli Scarti nella Fonderia di Pressofusione
Hai capito benissimo: pagare più tasse per aggiungere nuove buche alla strada maestra che porta alla tua fonderia!
Esattamente!
Il mondo sta andando avanti e anche noi abbiamo estremo bisogno di evolvere.
Infatti, da oggi, il nostro marchio di fabbrica non sarà più associabile solo a pizza, spaghetti e mandolino ma anche a enormi e artistiche buche presenti sulle nostre principali arterie di comunicazione: strade statali, provinciali, tangenziali, strade comunali ed ogni possibile infrastruttura ricoperta da asfalto che ha lo scopo di far circolare in massa autoveicoli o mezzi simili.
Prova a pensare a questo grande progetto.
Da questo punto di vista mi ritengo una persona particolarmente privilegiata: la mia attività produttiva è inserita nel contesto della Valle Trompia, una ricca e industrializzata valle della provincia di Brescia, servita dalla nota ex strada statale 345 delle Tre Valli (SS 345), ora strada provinciale Bresciana 345 delle Tre Valli (SP BS 345) che, grazie alla generosa disponibilità economica (naturalmente sto parlando di tasse) messa a disposizione dal ricco tessuto industriale locale, ha goduto, nel corso di questi ultimi anni, dell’installazione di generosissime, artistiche, utilissime e ricercatissime buche (a volte corredate da elegantissimi rappezzamenti) che accompagnano quotidianamente le nostre vite e le nostre attività (attenzione: ovviamente l’immagine è provocatoria e non si riferisce a questa strada).

(Immagine di Alexander Hafemann su Unsplash)
Molto interessante!
Questa montagna di ghiaccio è molto pericolosa: i navigatori del passato ne sanno qualcosa…
Possiamo immaginare che solo il 10% di questo colosso di ghiaccio è emerso e perfettamente visibile: la parte restante è sotto il livello dell’acqua e presenta insidie e pericoli di ogni genere.
Allo stesso modo, il processo di pressofusione è descrivibile solo per una piccola percentuale di parametri: molte dinamiche del processo, purtroppo, devono essere ricavate a partire da pochissime variabili note.
Perché si tratta di un mondo di equilibri instabili?
Quali equilibri di processo si nascondono nella parte immersa dell’iceberg?
Come questi equilibri si influenzano tra loro?
In quale ordine devono essere stabilizzati?
Esistono equilibri in grado di far crollare pesantemente e improvvisamente l’iceberg senza avere possibilità alcuna di poter intervenire in maniera preventiva?
Possiamo anche affermare che l’equilibrio chimico si trova alla base della montagna e, naturalmente, si trova nella sua parte immersa.
Sopra questo equilibrio si appoggia l’equilibrio termico: sebbene siano presenti nell’impianto alcuni parametri in grado di modificarlo in maniera tangibile, esistono, tuttavia, alcune dinamiche di processo nascoste che lo possono influenzare pesantemente e, per questo motivo, possiamo senza dubbio affermare che si trovi nella parte immersa dell’iceberg.

Oggi esistono strumenti decisamente interessanti e performanti che ti possono permettere di navigare con un buon radar in mezzo alla nebbia assoluta.
Puoi controllare le termiche delle macchine, puoi verificare la correttezza dei parametri di iniezione, è possibile correggere derive produttive degli impianti per portare i tuoi costi di produzione a livelli adeguati, puoi interagire con il software di controllo qualità delle presse.
Vorrei da subito sfatare alcuni miti, che indicano quest’ultimo strumento come una inutile perdita di tempo, come un oggetto che continua a bloccare la macchina durante la produzione perché va in allarme quando i parametri non sono corretti, che mette il personale di fonderia in una posizione scomoda, poiché controlla ogni movimento e registra ogni modifica dei parametri di lavorazione, monitorando eventuali anomalie di processo o eventuali errate regolazioni della macchina.
Un ulteriore ostacolo nel suo corretto utilizzo è anche legato alla scarsa conoscenza dei parametri che ne determinano il migliore e più affidabile utilizzo.
Penso che molte persone, almeno una volta nella loro vita professionale, hanno avuto questi pensieri.
Nella quotidianità, la normale gestione di una fonderia è decisamente frenetica, eccessivamente complessa e legata a eventi simili a veri e propri disturbi imprevedibili per poter pensare di organizzarsi per il migliore utilizzo del software di controllo qualità delle presse.
In aggiunta, se pensi che molti di noi passano la maggior parte della loro giornata in azienda, è ovvio pensare che sia normale evitare di complicarsi l’esistenza utilizzando funzioni poco note degli impianti produttivi, con il rischio di dover incrementare ulteriormente il monte ore passato all’interno della fonderia.
Capisco al 100% questi pensieri e queste posizioni.
Tuttavia, ti invito ad allargare i tuoi orizzonti per fare una riflessione che può nascondere una grande verità.

Sei pronto a fare due conti molto semplici?
Quanto costa realmente produrre un pezzo, un articolo o un accessorio nella tua fonderia?
Generalmente quali sono i principali parametri che incidono sui costi di produzione?
Lasciamo momentaneamente da parte la materia prima, che rappresenta un costo indicativamente costante (ovvero, supponiamo che tutti utilizzino la stessa materia prima), e focalizziamo la nostra attenzione sui puri costi di trasformazione della tua fusione.
Attenzione: sto solo introducendo una approssimazione, conscio del fatto che la materia prima non è indenne da attacchi e speculazioni di mercato che ti costringono alla massima efficienza produttiva con la minimizzazione degli scarti di fonderia.
A mio avviso, è molto più interessante focalizzare la tua attenzione sulle bollette del gas e della corrente elettrica della tua azienda.
Purtroppo, non è la prima volta che affronto questo argomento.
Ti allego uno spezzone di articolo pubblicato su un importante quotidiano nazionale, nel maggio del 2017.
“I prezzi dell’elettricità sono diminuiti in media nell’Unione Europea (UE) nel 2,3% tra la seconda metà del 2015 e la seconda metà del 2016.
Siamo intorno ai 20 euro per 100 kWh.
Nello stesso periodo, i prezzi dei gas delle famiglie sono scesi del 10,5% in media a 6,4 euro per 100 kWh.
Quindi la notizia è positiva.
Se però andiamo indietro nel tempo le cose cambiano.
Come scrive Eurostat qui però dal 2008 i prezzi dell’elettricità e del gas sarebbero aumentati di circa un quarto (+ 23% e + 26% rispettivamente).
Motivo?
In media, le imposte e i contributi rappresentavano più del terzo (36%) delle bollette elettriche addebitate alle famiglie nella seconda metà del 2016 e circa un quarto (26%) dei prezzi del gas…”
Come vedi non iniziamo bene…

Ecco un’altra domanda che mi viene fatta con frequenza regolare, con la fame e il desiderio di incrementare le proprie conoscenze nel campo della pressofusione.
In effetti, questo argomento è molto interessante.
Ti suggerisco di provare a fare la stessa domanda a esperti di settore, fornitori, persone che conoscono bene l’argomento “pressofusione”.
Probabilmente riceverai una risposta univoca, legata alla convenienza economica basata sul costo di una materia prima piuttosto che l’altra, per produrre una quantità di calore sufficiente per portare la lega alla temperatura ideale per essere colata nel tuo stampo.
Ti suggerisco solo di porre attenzione ad un aspetto decisamente importante che ti farà capire che “non è tutto oro quello che luccica”, soprattutto nel campo della pressofusione.
Purtroppo, il costo energetico nel nostro Paese è tra i più alti in Europa; per questa ragione non puoi permetterti di utilizzare fonti energetiche inefficienti (anche se in apparenza potrebbero sembrare la soluzione migliore).
La recente speculazione sulle materie prime energetiche ha portato il metano in una posizione decisamente svantaggiata rispetto ad altre fonti energetiche (prova a pensare alla corrente elettrica generata da una sistema fotovoltaico).
Prova anche a porti una domanda che difficilmente troverà una risposta, se fatta alla persona sbagliata!
Qual è il reale rendimento energetico di un forno?
Come si comporta una resistenza o un bruciatore di metano sulla materia prima disciolta nel crogiolo?

Quante volte ti è capitato di porti questo interrogativo, soprattutto nei momenti di speculazione sulla materia prima, quando il costo di acquisto raggiunge livelli talmente elevati che i tuoi margini di guadagno diventano pari a zero?
In effetti, molti pensano che il solo motivo per il quale convenga stampare pezzi in zama è probabilmente legato al basso costo di lavorazione di una materia prima dalle scarse qualità, che permette l’utilizzo di macchinari economici, un costo energetico inferiore ed una maggiore semplicità di gestione del processo rispetto all’alluminio.
Potrei confermarti che, in parte, questa affermazione è vera, ma, come sempre, sotto questa fantomatica verità c’è un mondo tutto da scoprire.
Ecco, un paio di domande decisamente più intelligenti, alle quali puoi trovare una risposta, dimostrando che non stai navigando a vista, nella nebbia e senza radar.
Attenzione: dobbiamo andare alla ricerca di risposte di carattere tecnico se vogliamo evitare di commettere errori strategici nella scelta della materia prima.
In effetti dobbiamo scovare queste informazioni nei luoghi più remoti, provandole sul campo per validarle e considerarle attendibili a tutti gli effetti.
Possiamo affermare che è possibile commettere errori legati alla mancanza di esperienza e di conoscenza di alcuni argomenti non toccati nel corso della nostra esperienza, ma questi errori sono essenziali per crescere professionalmente, per non cascare nuovamente nelle stesse contraddizioni.
In questi giorni abbiamo da affrontare un argomento di grandissima attualità: la quota 100 per le pensioni.
Cosa significa nel dettaglio?
Viste le precedenti manovre che abbiamo dovuto subire, esiste qualche altra fregatura che si nasconde dietro a questo provvedimento?
In effetti, in questo Paese abbiamo alcuni problemi che ci stanno mettendo in enorme difficoltà: la scarsità di lavoro per le nuove generazioni sta spingendo un numero sempre maggiore di giovani ad emigrare all’estero, in cerca di condizioni migliori di vita e di lavoro; al tempo stesso la popolazione sta invecchiando ed è in continuo aumento il numero di persone che necessiteranno di un reddito per vivere, una volta raggiunta la meritatissima età pensionabile.
È realistico pensare che il debito pubblico scenderà diminuendo l’età pensionabile, introducendo il reddito di cittadinanza, in una fase di aumento del numero di persone che verranno stipendiate dall’INPS, con la nostra principale forza lavoro che sta andando a cercare fortuna all’estero?
Cosa accadrà se non dovessimo riuscire a rispettare i parametri europei e il debito pubblico finisse nuovamente fuori controllo?
Visto che in natura, i soldi non si creano né si distruggono, ma passano semplicemente di proprietà, chi dovrà pagare le eventuali spese improduttive che verranno introdotte con il nuovo documento economico finanziario?
Tradotto in soldoni, non vorrei che si verificasse questa spiacevole situazione.
La mia preoccupazione non è infondata.

Ecco una domanda che mi viene fatta con frequenza regolare, quasi fosse un problema esistenziale.
Molti mi hanno confermato che hanno posto questo quesito a moltissime persone, esperti di settore, fornitori, persone che conoscono bene l’argomento “pressofusione”, ma non hanno mai ricevuto una collaborazione concreta.
Preparati, finalmente, a ricevere la risposta che stai aspettando da molto tempo.
Hai perfettamente ragione: nessuno ha mai affrontato seriamente la problematica che ti sto per relazionare.
In quale percentuale si dividono la responsabilità del problema?
Cosa puoi fare per evitare o prevenire questo fastidioso problema?
Per mettere un po’ di ordine, voglio regalarti questo esempio.

Si tratta di una grande battaglia, una guerra, uno scontro, un duello senza esclusione di colpi, ma alla fine la regolazione scientifica del processo di pressofusione avrà la meglio su metodi di regolazione improvvisati, nati decenni fa, quando qualsiasi pezzo uscisse dalla pressa veniva consegnato ai clienti e riceveva un lauto compenso.
Oggi non è più così!
Ecco perché è vitale che i tecnici dei reparti di progettazione e dei reparti di produzione elevino le loro conoscenze tecniche per colmare le loro lacune e rilanciare finalmente la fonderia.
Questa è l‘unica strada che puoi percorrere per mandare in pensione quei maledetti 5 sensi, che fino ad oggi hanno procurato una marea di guai.
È ovvio che per stabilizzare un processo produttivo instabile per definizione, è necessario applicare un metodo di lavoro certo, deterministico, scientificamente testato ed estremamente performante per non lasciare nulla al caso o alla buona sorte.
Conosci già qualcuno che è in grado di guidarti verso un metodo certo per abbattere gli scarti nella fonderia, un metodo originale per progettare, regolare e monitorare correttamente i parametri di processo?
Puoi oggi stesso sostituire la scienza e le formule matematiche ai 5 sensi?
Ecco una lista dei tagli, dei soprusi, delle magnifiche notizie, degli oltraggi che abbiamo dovuto subire nel corso degli anni, dovendo inventare l’impossibile per restare galla e arrivare a fine mese con le nostre aziende.
Basta navigare sul web e trovi articoli di ogni genere che descrivono nel dettaglio in quali condizioni si trovano, oggi, le nostre imprese.
Ad esempio, proviamo a fermare il nostro calendario al 2016 e immaginiamo di leggere alcuni articoli, alcuni giornali, alcune riviste economiche che cercano di fare il punto della situazione nel momento in cui iniziava una timida ripresa economica nel nostro Paese.
Ecco cosa avresti potuto trovare.
Non male come inizio!
Possiamo anche aggiungere altre informazioni…
“Quella italiana degli ultimi 20 anni è una storia piena di tasse.
Quando il Pil aumenta è normale che anche il gettito tributario si incrementi.
Ma se il primo ristagna o cresce poco, una pressione tributaria asfissiante sottrae risorse che potrebbero essere destinate a consumi e investimenti, cioè a creare lavoro e migliorare la qualità della vita.
Pazienza se a fronte di maggiori tasse fossero erogati servizi sociali, ma non è il caso dell’Italia.
I tributi servono per lo più a pagare sprechi e corruzione del passato (sotto forma di interessi sul debito pubblico) e del presente.”
Se realmente desideri farti del male, continua a leggere quello che ho trovato e prova a riflettere sul tuo presente e sul tuo futuro.
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione