In questi giorni abbiamo da affrontare un argomento di grandissima attualità: la quota 100 per le pensioni.
Cosa significa nel dettaglio?
Viste le precedenti manovre che abbiamo dovuto subire, esiste qualche altra fregatura che si nasconde dietro a questo provvedimento?
In effetti, in questo Paese abbiamo alcuni problemi che ci stanno mettendo in enorme difficoltà: la scarsità di lavoro per le nuove generazioni sta spingendo un numero sempre maggiore di giovani ad emigrare all’estero, in cerca di condizioni migliori di vita e di lavoro; al tempo stesso la popolazione sta invecchiando ed è in continuo aumento il numero di persone che necessiteranno di un reddito per vivere, una volta raggiunta la meritatissima età pensionabile.
È realistico pensare che il debito pubblico scenderà diminuendo l’età pensionabile, introducendo il reddito di cittadinanza, in una fase di aumento del numero di persone che verranno stipendiate dall’INPS, con la nostra principale forza lavoro che sta andando a cercare fortuna all’estero?
Cosa accadrà se non dovessimo riuscire a rispettare i parametri europei e il debito pubblico finisse nuovamente fuori controllo?
Visto che in natura, i soldi non si creano né si distruggono, ma passano semplicemente di proprietà, chi dovrà pagare le eventuali spese improduttive che verranno introdotte con il nuovo documento economico finanziario?
Tradotto in soldoni, non vorrei che si verificasse questa spiacevole situazione.
La mia preoccupazione non è infondata.
Prova a collegarti ai siti delle testate giornalistiche più importanti del nostro Paese, prova a leggere quanto trovi scritto in merito all’argomento “quota 100” e prova a capire quali sono le reali intenzioni del governo.
Se ti chiarisci perfettamente le idee, ti prego di contattarmi e di mandarmi le tue idee.
Io, purtroppo, non sono stato così fortunato.
Ecco cosa potresti trovare.
“Il meccanismo di quota 100 è previsto dal contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle.
Sarà definito con un decreto legge da approvare all’inizio di gennaio dopo il via libera alla legge di Bilancio, la vecchia Finanziaria.
Nella stessa legge di Bilancio, però, ci sono i soldi necessari per far partire la riforma.
Dopo la revisione al ribasso del rapporto fra deficit e Pil ci sono meno risorse: 4,7 miliardi per il 2019, 8 nel 2020, 7 nel 2021.
Ma il meccanismo ipotizzato, seppure con una serie di paletti per contenere la spesa, è rimasto quello.
Come funzionerà?
A partire dal 1° aprile 2019, come annunciato dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria, potrà andare in pensione chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati.
L’anticipo massimo possibile, rispetto alla pensione naturale che dal 2019 sale a 67 anni, è di cinque anni.
Non ci saranno penalizzazioni, anche se è bene intendersi su questo termine.
Chi utilizzerà quota 100 prenderà comunque un assegno più basso di quello che avrebbe incassato andando in pensione a 67 anni.
Ma non ci saranno ulteriori penalizzazioni.
Ci saranno però dei paletti per contenere la spesa.
Il primo deterrente è quello delle finestre: tra il momento in cui si raggiungerà quota 100, cioè 62 anni d’età e 38 di contributi, e il momento in cui verrà effettivamente pagata la pensione passeranno tre mesi, che potrebbero salire a sei se l’afflusso delle domande dovesse rivelarsi superiore alle attese.
Per i dipendenti pubblici la finestra sarà già di sei mesi, contenendo anche un preavviso di tre mesi.
Altro deterrente è il divieto di cumulo: chi userà quota 100 non potrà arrotondare sommando alla pensione redditi da lavoro superiori ai 5 mila euro lordi l’anno.
Il divieto avrà una durata uguale agli anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale.
Chi uscirà a 62 anni, ad esempio, non potrà cumulare per cinque anni.
Chi uscirà a 63 anni non potrà farlo per quattro anni, e così via.
Per il governo il meccanismo dovrebbe essere utilizzato l’anno prossimo da 315 mila persone, l’85% degli aventi diritto”.
Traduzione: iniziamo ad inserire alcuni paletti per far quadrare i conti.
Speriamo che non paghino sempre i soliti: almeno sembrerebbero esserci le premesse…
“Quanto alle pensioni d’oro, dal 2019 tagli previsti oltre i 100 mila euro lordi.
Cinque le fasce individuate: tra 100 mila e 130 mila l’aliquota marginale di riduzione sarà del 15%, che salirà al 25% per la fascia 130mila-200mila e ancora al 30% fra 200 mila e 350 mila.
Per le pensioni fra i 350 mila e i 500 mila l’asticella sale al 35% e oltre i 500 mila arriverà al 40%.
La misura sarà in vigore per cinque anni”.
Dopo i 5 anni cosa accadrà?
Ecco la seconda parte della riforma…
“Il reddito di cittadinanza ci sarà.
Da mesi gli alleati di governo non si stancano di ripeterlo, nonostante i dubbi di Europa, imprese, sindacati.
La misura cara soprattutto ai Cinque Stelle ci sarà e partirà «nei tempi che avevamo previsto».
Che significa «dal primo aprile», come annuncia dalle poltrone di Porta a porta il ministro dell’Economia Giovanni Tria.
In realtà è dopo rispetto a quel febbraio promesso tempo fa dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio.
Un ritardo «già previsto» dice Palazzo Chigi, di certo obbligato per rispondere ai rilievi della Commissione europea, ma il reddito ci sarà.
I dettagli li definirà un decreto legge subito dopo l’approvazione della manovra economica.
Per il 2019 avrà meno risorse dei 9 miliardi annunciati: saranno 7,1 di cui uno per i centri per l’impiego.
Ma, come ha ripetuto il premier Giuseppe Conte al Senato, «non si riducono i contenuti né la platea dei destinatari».
Quindi rimangono i 5 milioni di beneficiari potenziali, cioè quegli italiani che secondo l’Istat sono in povertà assoluta con un reddito annuo al di sotto dei 9mila euro e che dal primo aprile 2019 potranno ricevere un sostegno mensile fino a 780 euro.
Ne avranno diritto anche più membri della stessa famiglia, l’importante è che ognuno abbia un reddito inferiore alla soglia di povertà relativa fissata sui 780 euro al mese appunto, e che cerchi un lavoro, perché obiettivo della misura, per i Cinque Stelle, è aiutare chi non ha un’occupazione a reinserirsi nel mondo del lavoro.
Dovrà però dimostrare di averne davvero bisogno.
Sarà il modulo Isee a dirlo certificando il reddito sotto i 9mila euro.
Ma peserà anche il conto in banca: se superiore ai 5mila euro non si avrà diritto al sostegno.
Così come non ne usufruirà chi ha una seconda casa o un’auto immatricolata di recente.
E la proprietà dell’abitazione in cui si vive abbasserà l’assegno a circa 500 euro.
L’aiuto dovrebbe durare fino a 18 mesi durante i quali bisognerà frequentare corsi di formazione nei centri per l’impiego (da riformare completamente) e dedicare almeno 8 ore a settimana a lavori di pubblica utilità nel proprio Comune di residenza.
Il sostegno viene revocato al terzo rifiuto di un lavoro.
Ci saranno abbastanza risorse per tutti?
No se tutti ricevessero il massimo della cifra.
Ma, secondo alcuni calcoli, in realtà solo in pochi beneficerebbero dei 780 euro totali e il limite dell’Isee potrebbe scoraggiare tutti gli altri”.
Dico questo perché il settore che sto seguendo da anni, la fonderia di zama, non è un ambiente facile.
Se rischi di piantare le tende nella tua fonderia fino a 100 anni di età, c’è da stare poco allegri.
Prova a pensare di passare tutta la tua esistenza facendo una lotta quotidiana per sopravvivere, per difenderti da uno Stato che ti chiede soldi a raffica, dai mercati emergenti che possono vendere i loro prodotti a prezzi che sono insostenibili per la tua azienda, dai soliti fornitori con soluzioni improvvisate che vogliono solo spremerti denaro in cambio di soluzioni che non funzionano come dovrebbero.
Tutti sono potenzialmente coinvolti in questo serio problema.
Se tu sei il titolare o proprietario dell’azienda e sei la figura onnipresente in fonderia, tutti i problemi ti vengono riversati addosso.
Se ti riconosci in questa figura, sappi che chi detta le regole del mercato sono i clienti, che vogliono sempre fare i conti nelle tue tasche perché i veri margini di guadagno devono essere sempre nelle loro mani.
A questo punto ti trovi costretto ad aumentare i tuoi margini con soluzioni alternative che possono fare leva su due possibili strade: aumentare il fatturato o diminuire i costi.
Logico, ma come?
Sicuramente non con soluzioni improvvisate, non testate nella loro efficacia, non provate a tavolino per capire in anticipo dove ti sta portando la strada che hai deciso di percorrere.
Poi, tutti i mesi, ci sono gli stipendi da pagare e ti senti addosso la responsabilità delle molte famiglie che, grazie te, riescono ad andare avanti.
Ecco che tutti questi problemi possono diventare montagne insormontabili che ti costringono a controbattere con l’unica arma che conosci in questo momento.
Ma pensi realmente che questa sia la soluzione migliore?
Quanto puoi resistere in questa situazione?
Potresti riconoscerti nella figura del responsabile commerciale, tutti i santi giorni a contatto con il maledetto cliente: è sempre lui che comanda la situazione rovinandoti inesorabilmente ogni giornata, anche quella dove i tuoi buoni propositi hanno cercato di prendere il sopravvento.
Proprio oggi sei convinto di aver fatto un vero e proprio miracolo, essendoti preoccupato di persona di una spedizione di pezzi per un tuo cliente importantissimo.
Hai seguito personalmente le fusioni in fonderia, hai seguito il materiale nel reparto di vibro finitura, sei andato dal tuo migliore artigiano che te lo lucida a specchio e sei andato in galvanica a respirare per ore i fumi nocivi egli acidi per essere sicuro di quello che consegnerai.
Proprio nel momento in cui sei in attesa di entrare nell’olimpo degli Dei perché hai fatto un vero e proprio miracolo, chiami il tuo cliente convinto di ricevere una marea di complimenti e, al posto di questi ricevi una marea di insulti e rimproveri che ti fanno cadere dalla poltrona del tuo ufficio.
Ma cosa è successo di così negativo per meritarti tutto ciò?
Perché l’ufficio acquisti del tuo migliore cliente ti ha trattato a pesci in faccia in maniera così maleducata e incredibile?
Cosa ti è sfuggito di mano per l’ennesima volta?
Assolutamente nulla!
Ecco perché ti sei beccato tutto questo uragano inatteso: l’ufficio acquisti voleva solo l’ennesima scusa per costringerti a fare uno sconto per la fornitura di quell’articolo e tu sei semplicemente finito tra l’incudine e il martello senza avere gli strumenti tecnici e la conoscenza di processo necessari per difenderti.
Vorresti riempire di maledizioni quella persona maleducata che ti ha trattato come un venditore di materassi senza licenza e ti trovi a doverti abbassare implorando perdono per una cosa che sai di non avere commesso.
Anche se tu fossi il responsabile dell’ufficio tecnico, se mi trovassi nei tuoi panni, non starei tranquillo.
Immagina di aver ricevuto una pesante non conformità dal suo migliore cliente e di non potere tornare a casa fino a quando non hai capito cosa è accaduto e non hai circoscritto il problema, capendone realmente le cause ed evitando che si riverifichi in futuro una simile figuraccia.
Cosa fai per uscire da questa situazione?
Ma soprattutto, cosa è realmente successo, tanto da ricevere una non conformità da cliente così devastante?
Per non farci mancare nulla, lo tsunami finisce sempre e inesorabilmente nella tua fonderia e non lo puoi arrestare perché travolge sempre tutto e tutti, te compreso!
Quindi, se tu sei il responsabile di quel reparto, per te non esiste Natale, Santo Stefano, Pasqua, Epifania, Lunedì dell’angelo, festa della Repubblica, festa dei lavoratori, festa della liberazione che tengano.
Se arriva lo tsunami, tu devi essere in fonderia per salvare il salvabile.
Come?
Questo è il dramma!
Se tu sei il responsabile della qualità, è fondamentale prevenire prima che curare nel tuo ruolo, devi essere sempre preparato e pronto a ricevere e controbattere contraccolpi micidiali.
Se così non fosse, anche tu procurati tonnellate di santa pazienza, perché dovrai vivere queste situazioni ancora per una montagna di anni.
Infatti è proprio in quel luogo che dovrai accamparti per gran parte della tua vita per risolvere problemi di cui difficilmente ne conoscerai la causa, a meno che proprio tu non decida di cambiare modo di agire e trovare soluzioni che fino ad oggi non hai mai trovato.
Vuoi anche tu cambiare marcia e trovare finalmente la libertà di gestire il tuo tempo in maniera più salutare e positiva?
Se sei il responsabile del magazzino, non potrei salvarti dallo tsunami che è appena arrivato in fonderia!
Infatti proprio tu devi preoccuparti delle consegne che devono partire per tutti i destinatari degli ordini: i tuoi clienti.
Cosa succede moto spesso, quando ti trovi a consegnare materiale per un cliente molto importante, direi addirittura strategico, e ti trovi senza i pezzi che arrivano dai reparti di finitura perché è successo qualcosa di inatteso, di imprevisto che ha posticipato tutte le fasi di lavorazione?
Succede che proprio tu, che sei l’ultimo anello della catena produttiva (colui che si occupa delle spedizioni) sei costretto a lavorare la sera, la notte, i fine settimana o durante i ponti festivi per assicurarti che la merce arrivi a destinazione.
Magari hai passato giorni interi imprecando perché non hai lavoro da fare e sei consapevole che tutte le spedizioni si concentreranno nello stesso periodo, proprio a fine mese, quando non ti basterebbero 9999 ore di lavoro al giorno per riuscire a compiere un vero e proprio miracolo con le spedizioni.
Allora, cosa ne pensi, anche tu ti senti toccato da queste problematiche?
Ti è capitato di trovarti in una di queste situazioni senza sapere come uscirne in piedi o come trovare una strada da poter seguire il più velocemente possibile per risolvere il tuo problema?
Cosa puoi fare per evitare di trovarti nuovamente in queste situazioni?
Magari posso subito indicarti cosa non fare per evitare problemi che potrebbero benissimo non verificarsi o amplificarsi, se affrontati nella maniera opportuna.
In effetti, mi trovo costretto a toccare i tasti dolenti e le note stonate tipiche di una fonderia di zama che non ha saputo affrontare con prontezza e determinazione le situazioni che ti ho fino a qui accennato.
Questi tasti dolenti e queste note stonate, spessissimo, hanno proliferato anche per la mancanza di cultura e di professionalità di alcuni fornitori strategici che devono darti sempre le risposte giuste nel momento giusto: cioè quando hai un problema importante da risolvere.
Questo perché non hanno mai analizzato nella maniera corretta i problemi a cui ti ho accennato.
Coloro che non hanno mai messo piede seriamente in una fonderia, non saranno in grado di aiutarti a risolvere in maniera efficace il problema dello scarto incontrollato, che ti costringe a moltiplicare le ore degli operatori nei reparti produttivi, incatenandoli di fatto al loro posto di lavoro e dovendo pagare ore straordinarie a operatori e impianti (potenzialmente impiegabili per altre produzioni).
Se non l’hanno mai fatto prima, non si azzarderanno mai a farlo ora, evitando di entrare nel luogo dove hanno origine tutti i problemi più importanti.
Eviteranno di parlare della cadenza produttiva corretta degli impianti, degli accoppiamenti corretti di un sistema macchina – pistone – stampo che ti possono consentire di produrre molto più velocemente a costi di gestione inferiori, rispetto a scelte tecniche inopportune.
Hai mai accennato a qualcuno di loro, quante ore passano al lavoro mediamente i dipendenti della tua fonderia?
Hai mai detto loro quanto materiale consegna mediamente la tua azienda a fronte di uno sforzo produttivo così elevato?
Loro cosa ti hanno risposto per aiutarti a migliorare questa inefficienza?
Rivolgiti a chi ti può aiutare realmente ad analizzare e controllare il processo di pressofusione con regole matematiche certe, testate e provate in tante fonderie con ottimi risultati.
Applica anche tu un Metodo Certo per Abbattere gli Scarti anche nella tua fonderia, un metodo che molte aziende stanno già utilizzando con successo.
Puoi anche fare una scelta diversa!
Se vorrai continuare a rivolgerti a chi continua inesorabilmente a entrare nella tua azienda senza darti riscontri scientifici per il processo produttivo della tua fonderia di zama, allora per te, purtroppo, non posso fare altro!
Allora, ti ricordo cosa può capitare rivolgendoti ai soliti fornitori con soluzioni improvvisate che non hanno le idee molto chiare riguardo il processo di pressofusione della zama in camera calda.
-Continuerai a lavorare e produrre con il solito scarso margine.
-Sarai nuovamente schiavo dell’ufficio acquisti del tuo cliente, che continuerà a costringerti a fare uno sconto per la fornitura di uno o più articoli problematici (…a suo dire…), finendo tu stesso tra l’incudine e il martello senza avere gli strumenti tecnici e la conoscenza di processo necessari per difenderti dalle sue farneticazioni.
-Continuerai a lavorare a Natale, Santo Stefano, Pasqua, Epifania, Lunedì dell’angelo, festa della Repubblica, festa dei lavoratori, festa della liberazione per compensare le inefficienze produttive di cui ti ho parlato.
-Resterai schiavo di quella maledetta fonderia che ti sta incatenando a sé togliendoti le libertà che hai guadagnato e strameritato durante il tuo anno di lavoro.
-Potrai aumentare il tuo fatturato riducendo le ore di lavoro effettive dei tuoi dipendenti e dei tuoi macchinari.
-Di conseguenza, ridurrai drasticamente i costi legati alle tue inefficienze.
-Potrai organizzare turni di lavoro meno massacranti e più redditizi.
-Migliorerai la qualità della vita tua e dei tuoi dipendenti.
-Gli anni che ti restano per andare in pensione, saranno più proficui e interessanti, svolgendo, finalmente, un lavoro che ti piacerà e ti appassionerà.
Allora, vuoi scoprire anche tu come molte altre fonderie di zama stanno brillantemente affrontando e risolvendo quotidianamente i loro problemi di lavoro, migliorando la qualità della vita dei loro dipendenti?
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione zama
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione