Ecco cosa puoi fare immediatamente: inserisci nella barra di ricerca di Google questo indirizzo: https://www.zamascartozero.com/.
Cerca il modulo di contatto e scrivimi, chiedendomi una copia del mio libro: Zama Scarto Zero – Il Primo Metodo Certo per Abbattere gli Scarti nella Fonderia di Pressofusione Zama.
In alternativa, inviami direttamente la tua richiesta scrivendomi a questo indirizzo: [email protected].
Quando riceverai la tua copia personale, cerca un ambiente tranquillo e inizia subito la tua lettura: scoprirai rapidamente cosa significa evolvere nel mondo della fonderia di zama e capirai cosa puoi rischiare se l’evoluzione della tua azienda si è fermata o se sta procedendo a un ritmo troppo lento.
Sono convinto che sei realmente interessato a fare la differenza nella tua fonderia di zama: per questo motivo desidero servirti su un piatto d’argento alcune nozioni tecniche ricavate da una prova realizzata presso un mio cliente.
Naturalmente, ogni riferimento è legato a esempi reali, numeri tangibili e riscontri matematici con i quali ti puoi direttamente confrontare.
Come ti ho anticipato, è arrivato il momento di fare la differenza, di rendere tangibili i frutti dei tuoi sacrifici, degli investimenti mirati che farai nella tua azienda, facendo letteralmente decollare la tua fonderia di zama.
Preparati a rispondere insieme a me alla domanda che trovi qui sotto.
Proprio per questo motivo, ti invito a riflettere con attenzione a quanto ti sto per raccontare.
È autodistruttivo continuare a compiere azioni sbagliate, valutate con metodi improvvisati assolutamente inutili, volti alla conoscenza superficiale di qualche parametro di processo che, dal punto di vista della qualità delle fusioni, non ti porterà molto lontano.
Ecco un esempio reale: osserva con attenzione tutte le scelte tecniche effettuate a priori, effettua la tua analisi comparativa di costo e di efficienza produttiva.
Ti riporto l’esempio di analisi e di regolazione del processo effettuate presso un mio cliente, per uno stampo con un elevato problema di porosità e uno scarto fuori controllo.
Infatti, il cliente mi ha interpellato a causa di un scarto di produzione elevatissimo: sto parlando del 50% circa.
Lo stampo presenta le seguenti caratteristiche.
-Stampo a 1 impronta, con massa di circa 152 g.
-Massa di un singolo fagiolo pari a circa 29,7 g.
-Massa di materozza e canali pari a circa 184,8 g.
-Macchina scelta: 175 tonn.
-Diametro del puntalino scelto: 12 mm.
-Area frontale totale della stampata pari a circa 90 cm2.
-Spessore minimo dei pezzi: circa 3,7 mm.
-Carrelli radiali presenti: nessuno.
Come anticipato, nonostante l’assenza di carrelli radiali, il cliente ha preferito utilizzare una pressa con forza di chiusura generosa, volendo alloggiare il tassello in un portastampo già realizzato.
Ti riporto, di seguito, i dettagli relativi alla pressa.
-Forza di chiusura massima dell’impianto: 175 ton.
-Diametro del pistone di iniezione: 65mm.
-Pressione specifica sul metallo desiderata per la compattazione ottimale del pezzo: 250 Kg/cm2.
-Velocità ottimale di seconda fase per riempire le impronte: circa 0,29 m/s (si tratta di un valore non raggiungibile).
-Corsa del pistone in seconda fase: circa 8,86 mm (si tratta di un valore non controllabile).
Alla luce di dati di processo così problematici, a seguito della prove in fonderia, ho misurato alcuni feedback di processo.
Ti riporto di seguito i risultati.
Avvicinandoci ad un approccio scientifico del processo, abbiamo potuto notare che il diametro ottimale del puntalino da utilizzare è pari a 5mm, mentre nella prova era presente un puntalino da 12mm di diametro.
Probabilmente questa scelta si è resa necessaria dal fatto che la pressa che normalmente monta questo stampo è piuttosto grossa (macchina da 175 ton.) e non è possibile utilizzare puntalini di diametro così ridotto.
È logico pensare che un puntalino con diametro eccessivo (come in questo caso) può essere fonte di aria inserita nell’impronta durante la fase di iniezione del materiale nello stampo, in quanto, se tale diametro è eccessivo, il materiale tende a distribuirsi sulla periferia del medesimo (circonferenza), lasciando al centro una zona vuota nella quale l’aria prende il posto della lega.
In secondo luogo, il pistone di iniezione esegue una corsa di seconda fase di soli 8,86 mm.
Obiettivamente, per una pressa così grossa, la corsa è troppo piccola per avere una risoluzione di regolazione del processo ottimale, evidenziando come la pressa sia eccessiva per questo stampo.
Dopo aver eseguito una serie precisa di calcoli, ho potuto notare che il jet viene preso per un range di velocità di seconda fase del pistone di iniezione compreso tra 0,16 m/s e 0,31 m/s.
In effetti, i valori ottimali di tale parametro, a carico (ossia con lo stampo collegato alla macchina), dovrebbero stare tra 1 e 2,5 m/s.
Ciò evidenzia nuovamente che la pressa è abbondantemente sovradimensionata per lo stampo.
Infatti con questo valore di velocità si innescherebbero gravi problemi di riempimento dello stampo.
Tuttavia, questa può essere fonte di grosse turbolenze per il getto pressofuso, infatti gli operatori hanno confermato che la macchina lavora con una velocità di seconda fase prossima a 1 m/s.
Purtroppo, lavorando in queste condizioni, stanno letteralmente distruggendo gli attacchi di colata dello stampo.
A conti fatti, ti faccio notare che la forza massima di apertura dell’iniezione è prossima a 37,45 tonnellate (compresi i dovuti margini).
Questo è un ulteriore indicatore di quanto la macchina sia sovradimensionata per lo stampo in analisi.
Ti ricordo che il costo orario di una pressa e il tempo ciclo del processo, incidono pesantemente sul costo pezzo finale.
A fronte di problematiche di processo così importanti, dubito che anche una macchina di ultima generazione possa compiere un vero e proprio miracolo nel riempimento ottimale del pezzo.
L’unica idea economica da applicare che mi è venuta mente (incrociando mani, piedi e tutto ciò di cui disponi) è quella di aumentare l’area di attacco, in maniera tale da cercare di riequilibrare alcuni parametri di processo.
A questo punto, penso di averti spiegato per quale ragione ho preferito focalizzare la mia attenzione su tecniche di regolazione del processo scientificamente provate, con lo scopo di arrivare a un punto di equilibrio della pressa stabile e imperturbabile nel tempo.
Se non punti alla massima efficienza produttiva rischi di esporre la tua azienda agli attacchi continui e costati dei mercati a basso costo, senza avere i capitali necessari per investire e creare un gap tra te e chi può produrre fusioni al medesimo livello qualitativo della tua azienda, a un terzo dei tuoi costi!
Se questo è il tuo standard produttivo, presta molta attenzione!
Cerca di crescere e capire cosa devi fare per tenerti lontano dagli errori che ti ho fatto vedere.
Se non possiedi il know how adeguato per invertire questa rotta, fatti aiutare da chi affronta quotidianamente questi problemi, da chi li analizza da anni e, finalmente, ha messo a punto un metodo certo per abbattere gli errori di produzione e gli scarti in maniera efficiente e velocissima.
Diffida dei soliti fornitori con soluzioni improvvisate che nel terzo millennio e nel pieno della rivoluzione portata dal piano industria 4.0 si permettono ancora di proporre scelte tecniche non opportune nella fonderia dei loro clienti.
Ecco la tipica soluzione che alcuni di loro hanno proposto a questi miei clienti, oramai sull’orlo della crisi di nervi.
“Perché non metti il vuoto a quello stampo che ti sta creando così tanti problemi?
Lo stanno usando tutti nel tuo settore.
Sei l’unico che non lo ha ancora provato.”
Oppure altri consigli molto utili…
“Prova questo distaccante, vedrai che migliorerai sicuramente i tuoi prodotti.
Lo sto fornendo a tutti i tuoi concorrenti.”
Attenzione perché puoi rischiare di gettare nell’immondizia importanti quantità di denaro a causa di scelte non opportune.
Se desideri realmente iniziare un processo evolutivo senza precedenti, rivolgiti a chi ti può insegnare ad analizzare e controllare il processo di pressofusione con regole matematiche certe, testate e provate in tante fonderie con ottimi risultati.
Ecco come devono essere analizzati i problemi che ti ho esposto puntando sempre all’eccellenza produttiva della tua fonderia.
Calcoli precisi e strategie di regolazione matematicamente testate, ad esempio, ti permetteranno di trovare sempre la quota di intervento ottimale della seconda fase.
La corretta lettura e la corretta interpretazione delle le curve di iniezione della macchina ti aiuteranno a capire se hai centrato correttamente il range di velocità di seconda fase del pistone di iniezione della pressa.
La matematica, unita alla tua esperienza, ti aiuterà a trovare la mappe dei tempi di riempimento di tutte le impronte in maniera corretta.
Le curve di iniezione dei tuoi impianti saranno il radar che ti permetterà di misurate tutte le velocità di attacco dei pezzi, sia in entrata che in uscita.
Purtroppo, io non sarò in grado di fare alcun miracolo per te se deciderai di continuare a muoverti nella stessa direzione.
Chi non ha le idee molto chiare riguardo il processo di pressofusione della zama in camera calda potrà solo guidarti nella direzione sbagliata.
Il tuo processo produttivo continuerà ad essere instabile.
Gli scarti di produzione saranno elevati, imprevedibili, molto costosi e deleteri.
La produttività della tua fonderia non decollerà mai.
I margini di investimento che avevi una volta saranno solo un amaro ricordo.
Ti accorgerai velocemente quando stai producendo fusioni problematiche, prima di buttare i pezzi nell’immondizia.
Finalmente, installando impianti perfettamente centrati rispetto ai tuoi requisiti produttivi, ridurrai drasticamente le non conformità dei tuoi clienti.
Avrai il processo produttivo della tua fonderia perfettamente sotto controllo, dimenticandoti che esistono i 5 sensi di regolazione delle presse che ti hanno procurato numerose problematiche.
Ridurrai realmente gli scarti, sostituendo i costi dovuti alle inefficienze a produttività e guadagno per la tua azienda.
Risparmierai molte ore di lavoro dei tuoi dipendenti per tamponare problemi legati a regolazioni non efficienti delle tue presse.
Allora, anche tu vuoi finalmente sostituire scarti e inefficienza a produttività e guadagno?
Ora che hai capito di cosa sto parlando, come ti ho anticipato, solo tu che hai una fonderia di zama e desideri realmente attivare un percorso di crescita tangibile e duraturo nel tempo potrai usufruire adesso, in questo esatto istante, di un vantaggio esclusivo riservato solo ad una ristretta élite di aziende.
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione zama
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione