Roberto Camerin

TI SERVE REALMENTE ALTRO PERSONALE?

“…Non riesco a rispettare le scadenze che mi impongono i miei clienti!

Come riesce quello stramaledetto mio concorrente a consegnare così velocemente il suo prodotto finito?

Eppure ha il 30% di personale in meno rispetto alla mia azienda.

Cosa posso fare per evitare che mi rubi i clienti migliori, consegnando prima di me a un prezzo più competitivo del mio?…”

Anche tu non dormi di notte, tormentato da questi pensieri che ti perseguitano fino al suono della sveglia?

Ti sembra di correre freneticamente senza raggiungere i tuoi obiettivi con i clienti, come se ti sentissi affondare le gambe dentro le sabbie mobili?

In alternativa, prova a concentrarti su questo pensiero: “…ho bisogno di aumentare il personale qualificato nella mia azienda ma non trovo persone affidabili, con la voglia di lavorare, di mettersi in gioco e imparare un mestiere nuovo e stimolante…e nel frattempo le mie consegne hanno raggiunto tempi biblici… non capisco cosa devo fare…”

In effetti posso comprendere al 100% questi pensieri e queste preoccupazioni.

Tuttavia, ti invito ad allargare i tuoi orizzonti per fare una riflessione che può nascondere una grande verità.

Sei sicuro che la reale causa dei tuoi problemi sia la mancanza di personale nella tua azienda?

Proviamo a concentrarci sul concetto di efficienza produttiva.

Non dico cose nuove se mi focalizzo su un concetto molto importante, che molto spesso viene trascurato o non viene analizzato in maniera adeguata, perché nelle fonderie di zama si è sempre lavorato così, perché quasi nessuno ha fatto realmente i conti con le sue vere fonti di inefficienza, perché fino a poco tempo fa i clienti hanno sempre accettato tutto ciò che ricevevano.

Oggi le cose sono profondamente cambiate, le pretese dei clienti sono esponenzialmente aumentate, i costi fissi improduttivi sono diventati una vera e propria spina nel fianco, gli errori si pagano a prezzo più elevato rispetto al passato.

Ecco cosa intendo dire: prova a fare questo calcolo.

Conteggia il monte ore annuale totale lavorato nella tua azienda e dividi le ore di lavoro produttive ed efficienti dalle ore perse e dedicate alla risoluzione e alla rincorsa dei soliti problemi che ti perseguitano da anni per metterci pezze e soluzioni temporanee o improvvisate.

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SCOPRI COME IL COSTO PEZZO È INFLUENZATO DALLO STAMPO

Bella scoperta! …

Penso che nessuno sarà in grado di opporsi a questa affermazione.

Purtroppo, dire una cosa è molto facile, ma provarla scientificamente con dati certi e misurazioni sul campo diventa molto complesso.

In effetti, sto studiando da anni il modo per abbattere i costi delle inefficienze di un’azienda senza aumentarne la complessità di gestione.

Uno dei punti chiave per capire quanto realmente ti stia costando la fusione che giornalmente esce dalle tue presse dipende proprio dall’efficienza dello stampo.

Ecco cosa intendo dire con questa affermazione.

Quante volte ti capita di montare uno stampo nuovo di zecca sulla pressa e, senza procedere ad alcuna modifica, dai inizio alla produzione delle fusioni in ciclo automatico senza problemi e senza fermi macchina improvvisi e inattesi?

Magari fosse così semplice!

In realtà è fondamentale porsi anche un secondo interrogativo, non meno importante del primo.

In una scala da 1 a 10, quando provi quel maledetto stampo, a quale livello di preparazione sei arrivato in fonderia prima di dare inizio al processo produttivo?

Cerchiamo di capire, allora, cosa serve per avvicinarsi al fatidico “10”, con la massima sincerità, evitando di raccontarsi cose che ti fanno sentire a posto con la coscienza ma che sono poco vicine alla realtà quotidiana relativa alla normale gestione della tua fonderia.

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FORMULA FOUNDRY: IL SOFTWARE CHE EFFETTUA IL CONTROLLO QUALITÀ IN LINEA PER LA TUA FONDERIA

“…Quel dannato, stramaledetto oggetto (…il software di controllo qualità della mia pressa…) che mi fa perdere tempo ogni volta che devo fare un cambio stampo, che continua a bloccare la macchina durante la produzione perché va in allarme quando i parametri non sono corretti, che controlla il mio lavoro e verifica se ho regolato male la macchina!

Poi, chi lo conosce?

Nessuno me lo ha spiegato in dettaglio.

Perché mai dovrei usare quella inutile diavoleria?…”

Anche tu, almeno una volta nella tua vita professionale, hai avuto questi pensieri?

La normale gestione della fonderia è, forse, troppo frenetica, eccessivamente complessa e legata a eventi simili a veri e propri disturbi imprevedibili per poter pensare di perdere tempo nel migliore utilizzo del software di controllo qualità delle tue presse?

In alternativa, prova a concentrarti su questo pensiero: “…passo già una montagna di ore in fonderia per pensare di perdere tempo per l’utilizzo e la regolazione di una cosa che non mi serve…”

In effetti posso comprendere al 100% questi pensieri e queste posizioni.

Tuttavia, ti invito ad allargare i tuoi orizzonti per fare una riflessione che può nascondere una grande verità.

Se non hai il processo perfettamente sotto controllo e completamente monitorato, rischi di generare una elevata percentuale di scarto.

Se il tuo cliente ti ha ordinato 1000 pezzi e 500 li hai buttati perché non sono conformi, rischi di passare molte ore nella tua fonderia per recuperare il tempo perso a produrre pezzi non conformi.

Pensando attentamente a questa amara constatazione, allora, quel maledetto marchingegno che tiene sotto controllo e monitoraggio il processo produttivo, potrebbe essere realmente un elemento di grande utilità quotidiana.

Se hai la capacità e la genialità di saperlo utilizzare a bordo della pressa, ma anche a distanza, nel tuo ufficio, come sistema di controllo retroattivo della tua produzione in fonderia, ecco quale vantaggio molto interessante potresti ricevere in poco tempo.

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PERCHÈ PROBLEMI CHE SEMBRAVANO RISOLTI … SI RIPRESENTANO DRAMMATICAMENTE …

Cosa c’è di peggio nella vita che aver commesso un errore clamoroso o una serie di errori vitali che ti ha portato dentro a un vicolo cieco, senza sapere o capire come tu sia arrivato a una simile situazione.

Sembra assurdo, ma è la pura verità.

Quante volte mi è capitato di sentire con le mie orecchie frasi tipo questa: “…ero convinto di avere trovato la strada giusta, di avere finalmente risolto quel maledetto problema in fonderia, di averlo sconfitto definitivamente, ma si è ripresentato senza preavviso e in maniera più devastante e non riesco a capire per quale motivo…”

Eppure, se analizziamo le fonti di potenziali disastri nella fonderia, ci accorgiamo di una grande verità.

Di solito le stesse cause portano a simili problematiche!

Ma cosa può essere sfuggito di mano questa volta?

Perché non riusciamo a trovare una costante che collega con un filo logico i problemi che hanno perseguitato la fonderia fino ad oggi?

Soprattutto, come possiamo prevenire invece di curare i potenziali problemi che si ripresentano con una ciclicità costante, senza sapere per quale motivo o  per quale causa tornano inesorabilmente a galla?

Quale errore possiamo aver commesso stavolta?

Allora è importante avere ben chiari alcuni aspetti che possano aprire la nostramente prima di entrare in fonderia.

Soprattutto, cerchiamo di avere ben chiaro questo concetto fondamentale.

Di fronte a qualsiasi problema, le soluzioni di tentativo, intendo dire quelle improvvisate, non mi hanno mai portato molto lontano.

Solo l’analisi scientifica del problema e un approccio risolutivo altrettanto scientifico mi hanno sempre aiutato a circoscrivere i problemi, trovandone sempre le potenziali cause e muovendo opportune azioni correttive definitive.

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PERCHÉ I FORMATORI HANNO PAURA A ENTRARE NELLA TUA FONDERIA

Più che paura, lo definirei terrore!

Se preferisci potremmo usare anche altri termini: fobia, allergia, sincope, patia, ecc…

Puoi scegliere il termine che meglio si addice a descrivere questa situazione, questa inadeguatezza rispetto alla loro conoscenza del processo sul campo.

In genere loro si preoccupano di organizzare giornate di studio, eventi, corsi di formazione, workshop, presentazioni o qualsivoglia: deve trattarsi solo ed esclusivamente di eventi che li tengano il più lontano possibile da quel luogo dove tutti i problemi prendono sembianza: la maledetta fonderia di zama!

In genere, a questi eventi partecipano e relazionano le più importanti menti di settore, le persone di riferimento, coloro che hanno inventato qualcosa di interessante, le aziende che intendono conoscere le ultime novità che il settore sta lanciando sul mercato.

Ma non siamo in fonderia: come fai a collegare tutto ciò che stai vedendo a tavolino in questi eventi con le macchine che hanno il compito di riempire gli stampi che, magari, qualcun altro ti ha progettato?

Stanno parlando di cose futuristiche puramente teoriche o di qualcosa che realmente puoi applicare anche alla tua fonderia?

Ma, soprattutto, ricorda sempre una grande verità.

Lo scopo degli incontri chiamati “workshop” è esclusivamente quello di venderti qualcosa!

Quindi ricorda bene anche questa seconda verità.

Prepara il portafogli perché potresti tornare a casa con qualche soluzione assolutamente inutile a risolvere i problemi che stanno perseguitando da anni la tua fonderia!

Proviamo, allora, ad affrontare insieme anche questo argomento, cercando di capire come evitare di circondarsi di tecnologia inutile che potrebbe complicare le tue isole di pressofusione inutilmente senza raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato durante questi incontri.

Soprattutto, cerchiamo di scoprire nel dettaglio quali errori e quali ingenuità potresti compiere se deleghi la crescita della tua azienda all’esclusivo investimento verso attività teoriche poco collegate ai reali problemi quotidiani di una fonderia di pressofusione zama.

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CHI ALTRO VUOLE EVITARE L’ERRORE DI PROGETTO DELLO STAMPO?

Questa domanda è veramente interessante.

Soprattutto se te la propone un esperto di processo che per sua scelta non si è mai messo a progettare stampi.

Questo perché ho deciso di focalizzare tutti i miei sforzi per cercare di affrontare un problema mai risolto o affrontato seriamente da qualcuno, almeno nel campo della zama.

Infatti ho da sempre cercato di focalizzare le mia attenzione sulla risoluzione dei problemi strategici del processo di pressofusione legati alle leghe di zinco, con particolare riferimento agli impianti produttivi della fonderia.

Esistono varie aziende che si occupano di progettazione di stampi.

Esistono vari software che effettuano simulazioni di riempimento degli stampi.

Ma quando vai in fonderia, come fai a collegare tutto ciò che hai visto a tavolino in ufficio con le macchine che hanno il compito di riempire gli stampi che, magari, qualcun altro ti ha progettato?

Sei sicuro del lavoro che il progettista ha fatto a priori?

Hai scelto la macchina giusta per alloggiare lo stampo che stai per provare in fonderia?

Esiste un accoppiamento migliore di quello che hai scelto, sia per il rispetto del requisito qualitativo che ti sei posto, sia per minimizzare i costi di produzione dell’articolo che stai per stampare?

Ma, soprattutto, hai un grosso dubbio da toglierti dalla mente.

Lo stampo è stato progettato in maniera coerente?

Faccio questa affermazione perché non è detto che chi ha progettato lo stampo abbia conoscenze tecniche importanti che consentano di ottimizzare l’iniezione della macchina.

Allora è importante avere ben chiari alcuni aspetti che abbraccino entrambe queste competenze: come si riempie in maniera ottimale uno stampo per pressofusione zama e come si ottimizza il funzionamento del gruppo iniezione di una pressa a camera calda.

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SCOPRI CHI SONO GLI SCHIAVI DELLA FONDERIA DI PRESSOFUSIONE ZAMA

È arrivato il momento di cambiare argomento.

Abbiamo fin qui affrontato problematiche di natura molto differente: dallo scarto incontrollato al risparmio energetico, dall’utilizzo della macchina più consona per stampare un articolo, alla non conformità del cliente e molto altro.

Ora affrontiamo l’argomento delle risorse umane, cercando di capire come sono attualmente utilizzate nella fonderia e come potrebbero lavorare in maniera più efficiente, aumentando la loro produttività senza diventare parte integrante delle mura della febbrica, magari evitando di lavorare tutti i sabati del mese, il 25 aprile o il 1° maggio, a ferragosto o il 2 giugno o, addirittura, anche la domenica.

Cosa ne pensi delle straordinarie da trincea o, addirittura, del turno di lavoro doppio?

Anche tu sei toccato da questo problema, che ti sta rendendo la vita impossibile, che ti tiene lontano da casa e dai tuoi hobby quotidianamente e costantemente?

Ti stai riconoscendo in quello che ti sto dicendo?

Ecco, in sostanza, la conclusione alla quale voglio arrivare.

Anche se la schiavitù è stata abolita da molti anni, in realtà non è scomparsa definitivamente, soprattutto negli ambienti di lavoro.

Cosa significa, nel concreto, questa affermazione se la trasportiamo nella realtà quotidiana di un’azienda che produce fusioni in zama?

Perché questa affermazione non è una provocazione ma una realtà che puoi riconoscere chiaramente anche alla tua fonderia?

Perché oggi siamo tutti schiavi di qualcuno che ci sta dettando i prezzi, le consegne, i turni di lavoro, i giorni liberi, ci sta organizzando la vita e l’esistenza, sta decidendo per noi cosa faremo oggi, domani e in futuro lasciandoci l’illusione di avere tutto sotto controllo e nelle nostre mani.

Proviamo, allora, ad affrontare insieme questo argomento, cercando di capire come e dove intervenire per spezzare la catena che ti ho descritto, per non riconoscersi più come gli schiavi del mondo moderno, soprattutto in un ambiente così difficile come la fonderia.

Cerchiamo di scoprire nel dettaglio chi sono gli schiavi della fonderia di pressofusione zama e perché lo sono diventati.

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QUANTO TEMPO DEDICANO REALMENTE ALLA TUA FONDERIA I TEORICI

Oggi cerchiamo di capire cosa si nasconde dietro una delle grandi tematiche della pressofusione.

In particolare, esistono testi in grado di dare informazioni tecniche di importante valore nel campo della pressofusione?

Se restringiamo il solo focus alla Zama, esiste in commercio qualcosa di specifico in grado di darti qualche direttiva?

La risposta a queste domande è tutt’altro che scontata, visto che nel settore, purtroppo, si continuano a regolare gli impianti con i vecchi dannosissimi 5 sensi.

Esistono persone particolarmente ferrate di questi argomenti teorici in grado di aiutarti a regolare gli impianti in maniera opportuna, con l’obiettivo di prevenire problemi mai risolti da molte aziende?

Obiettivamente, fino ad oggi la situazione è stata particolarmente desolante e i fondamenti scientifici hanno avuto pochi riscontri.

Continuo a ripetermi: non stiamo parlando del progetto o della simulazione di uno stampo.

Stiamo parlando della regolazione di un impianto per pressofondere in camera calda per le leghe di zinco.

Mi sento ancora di confermare l’affermazione fatta qualche riga sopra.

Facciamo un po’ di ordine nei nostri pensieri, cercando di capire cosa è possibile fare per reperire informazioni strategiche per la regolazione dei tuoi impianti a camera calda in fonderia.

Ti ricordo che è assolutamente autodistruttivo continuare a regolare le macchine di pressofusione con metodi improvvisati assolutamente inutili, volti alla conoscenza superficiale di qualche parametro che, dal punto di vista della qualità delle fusioni, non ti porterà molto lontano.

Analizziamo nel dettaglio qualche punto riportato nel mio libro Zama Scarto Zero per chiarirci in maniera definitiva alcuni aspetti fondamentali.

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SCOPRI COME SNELLIRE IL PERSONALE AL CONTROLLO QUALITÀ ABBATTENDO LE NON CONFORMITÀ

Oggi ho deciso di presentarti una grande sfida.

Finalmente è arrivata l’ora di fare sul serio un salto di qualità abissale rispetto ai tuoi concorrenti e fare la differenza nella tua fonderia di zama.

Di sicuro, non immaginerai lontanamente le cose che ti sto per rivelare, perché nessuno può avertele raccontate prima di me.

Sto studiando da anni il modo per abbattere i costi del sistema di assicurazione qualità di un’azienda senza aumentare il numero delle persone che eseguono controlli in linea.

In effetti, se stai leggendo attentamente il titolo di questo articolo, ti renderai presto conto che stiamo parlando di due cose diametralmente opposte tra loro.

Ecco da dove nasce la contraddizione di cui ti sto parlando.

Com’è possibile diminuire il personale che effettua i controlli in linea, quindi i costi del sistema di assicurazione qualità dell’azienda, aumentando lo standard qualitativo delle fusioni che escono dalla tua fonderia?

Cosa significa, nel concreto, questa affermazione se la trasportiamo nella realtà quotidiana di un’azienda che produce fusioni in zama?

Perché questa affermazione non è una contraddizione ma una solida realtà che puoi applicare anche alla tua fonderia?

Perché è arrivato il momento di sfruttare a pieno il potenziale dei tuoi impianti di pressofusione, delegando alla tecnologia il lavoro manuale che fino a oggi hai fatto, garantendo costanza a monitoraggio perfetto alla tua produzione.

Proviamo, allora, ad affrontare insieme questa stimolante sfida, cercando di capire come e dove intervenire per creare un sistema di monitoraggio affidabile e stabile nel tempo che ti consenta di sostituire i tuoi controlli in linea (o almeno parte di questi) con un sistema automatico sicuro e collaudato nel tempo.

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I CLAMOROSI ERRORI DI PROGRAMMAZIONE DELLE PRESSE

Oggi ho deciso di farti un grande regalo.

Solo per te, che stai seguendo assiduamente i miei articoli, finalmente voglio svelare alcuni segreti che mi stanno aiutando a fare la differenza nella regolazione di una pressa.

Quasi sicuramente, conoscerai alcune delle cose che ti sto per rivelare, ma sono certo che molte altre non le immagini nemmeno.

Dubito anche che qualcuno abbia potuto raccontartele o anche solo accennartele in maniera approssimativa, perché si tratta del frutto dell’analisi scientifica del processo.

In effetti, sto per raccontarti verità importanti, visto che è molto difficile trovare documentazione tecnica che possa chiarire quali sono i principali collegamenti (causa – effetto) tra la regolazione errata di una pressa e il corrispondente problema rilevato sulla fusione.

Quali sono i clamorosi e più comuni errori di programmazione delle macchine di pressofusione?

Cosa significa, nel concreto, questa affermazione se la trasportiamo nella tua fonderia?

Perché questi errori di programmazione sono da ritenersi clamorosi e sono assolutamente da evitare?

Oramai giunti alle porte del 2024, nel pieno della rivoluzione legata al piano Industria 4.0, dobbiamo renderci conto che molto spesso tali errori sono il frutto della mancata conoscenza approfondita degli impianti di pressofusione.

Proviamo, allora, a mettere un po’ di ordine nella nostra mente, cercando di capire quanto è autodistruttivo regolare le macchine di pressofusione con metodi improvvisati (sto parlando dei 5 sensi ovviamente) assolutamente inutili, volti alla conoscenza superficiale di qualche parametro che, dal punto di vista della qualità delle fusioni, non può dare alcun vantaggio.

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