Anno: 2020

DICONO DI ME: “…REGOLAVO IL PROCESSO CON I 5 SENSI METTENDO A RISCHIO LA PRODUZIONE…”

Esiste chi, grazie all’implementazione del Metodo scarto Zero, è riuscito a dimenticare i vecchi inutili e dannosi 5 sensi per regolare le sue presse.

Naturalmente, ti suggerisco nuovamente di collegarti alla pagina “Testimonianze” del mio blog per leggere di persona alcuni dei feedback che i miei clienti mi hanno lasciato.

Ecco cosa ha detto qualcuno di loro.

F & G Srl

Molte cose che abbiamo scoperto grazie al contributo di Roberto erano sconosciute e il lavoro si eseguiva sulla base di esperienze decennali: le tecniche di regolazione descritte nel libro di Roberto (Zama Scarto Zero), come la regolazione a orecchio e a occhio calzavano perfettamente al nostro caso”.

Cast System Srl

Consigliamo il percorso che propone Roberto perché è molto interessante capire che le macchine non possono più essere regolate a occhio, orecchio, naso, o con i 5 sensi come una volta; non basta più sentire la macchina che “picchia”, che “fa rumore”, bisogna gestire molto bene una serie di parametri”.

Questa è la situazione nella quale puoi trovarti se non decidi oggi stesso, adesso, ora, in questo momento di investire nella conoscenza, nell’esperienza di chi ha messo a punto il primo metodo certo per abbattere gli scarti nella fonderia.

Quali rischi può correre la tua fonderia se decidi di continuare a regolare le presse con i vecchi 5 sensi?

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DICONO DI ME: “…IL PROCESSO DI ABBATTIMENTO E STABILIZZAZIONE DEGLI SCARTI È STATO MOLTO RAPIDO…”

Mi farebbe molto piacere raccontarti alcune esperienze di clienti che, grazie all’implementazione del Metodo scarto Zero, sono riusciti ad avviare un processo di abbattimento e stabilizzazione degli scarti molto rapido.

Naturalmente, ti suggerisco di collegarti alla pagina “Testimonianze” del mio blog per leggere di persona alcuni dei feedback che i miei clienti mi hanno lasciato.

In ogni caso, te ne riporto alcuni.

Nuova Framar Srl

Consiglierei questo metodo di lavoro ad altri responsabili del mio calibro, nel mio ruolo, perché, oggi, lavorare in qualità non significa solo cercare di prevedere eventuali fallimenti del processo o difetti che possono insorgere sul prodotto finito”.

Giovanni Lanfranchi Spa – Lampo

Da qui nasce la voglia di fare ancora meglio: aumentare il numero di impronte, ridurre ulteriormente gli scarti di produzione, tenere sotto controllo le porosità che, in alcune finiture molto spinte, devono essere assolutamente evitate”.

Cast System Srl

Avevamo il problema dello scarto incontrollato su alcuni prodotti di alto livello (significa che in alcuni lotti non avevamo scarto mentre in altri lotti potevamo anche raggiungere il 20-30%) nonostante la produzione avvenisse sempre con lo stesso stampo, la stessa macchina, con le stesse impostazioni di processo”.

Queste sono solo alcune delle informazioni che puoi trovare.

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DICONO DI ME: “…FINALMENTE SIAMO RIUSCITI A COLLEGARE LA FONDERIA CON L’UFFICIO TECNICO…”

Continuo raccontarti cosa dicono di me i miei clienti: “…finalmente siamo riusciti a collegare la fonderia con l’ufficio tecnico…”.

In effetti, le due competenze sono estremamente scollegate tra loro.

Ti suggerisco di collegarti alla pagina “Testimonianze” del mio blog per leggere di persona alcuni dei feedback che i miei clienti mi hanno lasciato.

Se sei impegnato, eccone alcuni.

Metal P Group Srl

Finalmente siamo riusciti a collegare l’ufficio tecnico con la fonderia”.

Sobinco (BE)

Before meeting Roberto, there was a gap between the theoretically calculated values and the results recorded in production. The ‘feeling’ of the Zamak process between engineers and operators was also different”.

Nuova Framar Srl

Il metodo di Roberto mi ha colpito subito per la sua semplicità e per il ridotto numero delle iterazioni che ci hanno permesso di ottenere il risultato finale, direttamente in fonderia”.

Queste sono solo alcune delle informazioni che puoi trovare.

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DICONO DI ME: “…ECCO QUALCUNO CHE LAVORA ANCHE IN FONDERIA…”

Ho deciso di raccontarti cosa dicono di me i miei clienti; ad esempio: “…ecco qualcuno che lavora anche in fonderia…”

Potrebbe sembrarti una cosa scontata ma non lo è affatto.

Ti suggerisco di collegarti alla pagina Testimonianze del mio blog per leggere di persona alcuni dei feedback che i miei clienti mi hanno lasciato.

Se non hai tempo, te ne riporto alcuni di seguito.

Metal P Group Srl

La vera novità che Roberto ha portato nella nostra azienda è stata la verifica in fonderia, insieme ai miei collaboratori, di quanto abbiamo visto in ufficio di progettazione, grazie alla sua esperienza diretta sul campo”.

F & G Srl

La cosa veramente interessante che Roberto ha portato nella nostra azienda è stata la verifica in fonderia di quanto abbiamo visto e studiato insieme nei corsi: finalmente abbiamo capito cosa sono le curve di iniezione, come si usano per regolare il processo, per rendere misurabili tutte le variabili che possiamo misurare riducendo ai minimi termini le incognite che entrano in gioco durante la produzione in fonderia”.

Anselmi & C. Srl – Member of Simonswerk

Roberto si è dimostrata una persona competente, professionale, con un approccio molto discreto, e mi è piaciuto anche il suo modo di fare: incredibilmente, mi stava parlando di quelle cose che da sempre ho cercato e mai sono riuscito a trovare nel corso della mia esperienza lavorativa nel campo della pressofusione zama”.

Cast System Srl

Ci è piaciuto molto anche il metodo pratico, perché avevamo visto anche altre possibilità molto più accademiche, molto più difficili da comprendere per tutti, perché noi volevamo coinvolgere vari reparti, tra i quali anche la fonderia, con le persone che regolano quotidianamente le macchine e non potevamo arrivare in fonderia con “toni universitari”: questo approccio ci ha fatto decisamente scegliere”.

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CHI SFRUTTA L’EMERGENZA COVID PER ARRICCHIRSI ALLE TUE SPALLE

Siamo abilissimi a complicarci l’esistenza.

Abbiamo capacità al di sopra della media nella gestione delle emergenze, ma quando dobbiamo fare prevenzione lasciamo molto a desiderare…

I mesi di marzo, aprile e maggio 2020 hanno rappresentato per tutti noi un momento di shock, smarrimento, paura, ansia e rabbia.

Purtroppo, il nostro Paese ha dovuto pagare un carissimo prezzo in termini di vite umane, per responsabilità dell’incuria, della superficialità, della scarsa conoscenza delle cose, della sottovalutazione di eventi ritenuti poco influenti per la sicurezza delle persone.

La storia insegna che, in questi casi, generalmente, si va alla rapida ricerca di un capro espiatorio, per consegnare un colpevole a chi è alla ricerca di giustizia.

Forse ci stiamo dimenticando una cosa piuttosto banale.

Chi è realmente responsabile di tutti i fatti funesti e sconcertanti che sono accaduti in un tempo così breve?

Andando oltre la singola responsabilità, tutti noi dobbiamo fare una sincera analisi di coscienza, per capire dove ci sta portando la nostra mentalità approssimativa, opportunista, a volte disonesta e poco seria.

Andando oltre la rabbia e lo sconcerto che mi hanno procurato questi eventi, vorrei concentrarmi sulle mie responsabilità e sulla mia missione quotidiana, restando collegato al mio mondo, alla mia realtà quotidiana: la fonderia.

Vorrei capire in maniera precisa, se questa mentalità approssimativa, opportunista, a volte disonesta e poco seria può restare fuori da questo mondo per evitare di mettere in seria difficoltà chi cerca quotidianamente di lottare con le sue inefficienze e i suoi problemi di produzione.

Proprio questa mentalità ha messo in ginocchio la nostra economia e le nostre aziende, portando i nostri costi di produzione alle stelle, costringendo lo Stato ad attingere denaro in maniera sempre più pesante dalle tasche dei suoi imprenditori, tagliando i margini di investimento e riducendo il guadagno dei suoi numerosi e coraggiosi lavoratori autonomi.

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EMERGENZA COVID IN FONDERIA: LO STATO NON ESISTE

Sono certo che sarai d’accordo con me: se possiedi una fonderia ti sarai accorto che lo Stato non esiste.

In quello che possiamo considerare uno dei periodi più bui della nostra repubblica, proprio quando avevamo bisogno di un supporto concreto, protezione, aiuto, speranza, positività, una mano affettuosa e materna che si appoggiava sulla nostra spalla e ci proteggeva come una vera madre protegge e accudisce i suoi figli, siamo stati abbandonati a noi stessi nella vana speranza di promesse non ancora mantenute, in balia di azioni che hanno scavato una fossa ancora più profonda che separa i cittadini di serie A dai cittadini di serie B.

Conosco persone che, ad oggi, dopo 5 mesi dall’inizio dell’inferno chiamato “lock down”, non hanno ancora ricevuto un centesimo di cassa integrazione dallo Stato.

Eppure lo stesso Stato, la stessa madre che ha dimenticato i suoi figli in balia della tempesta del secolo, non ha dimenticato in passato di effettuare una serie di tagli, soprusi, forzature, oltraggi che abbiamo dovuto subire, dovendo inventare l’impossibile per restare  galla e arrivare a fine mese con le nostre aziende.

Ecco cosa avresti potuto leggere in un articolo del 2016…

“Negli ultimi 20 anni il gettito tributario è aumentato dell’88%, da 258 a 486 miliardi di euro, il Pil nominale (a prezzi correnti) è cresciuto del 64% e quello reale del 9%.

Ogni volta che i governi italiani hanno voluto risanare i conti, lo hanno fatto alzando le imposte.

E quando il peso del fisco calava, saliva sempre il debito.”

Posso anche rincarare la dose…

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LA FOLLIA E IL CORONAVIRUS STANNO DISTRUGGENDO IL TESSUTO INDUSTRIALE ITALIANO

È follia pura!!!

Non diamo la colpa solo al coronavirus: stiamo distruggendo con le nostre mani le nostre vite, la nostra dignità, la nostra economia, le nostre aziende e, dulcis in fundo, anche le nostre fonderie.

Gente nel panico che assalta i supermercati, sciacalli che aumentano i prezzi dei prodotti più ricercati (mascherine e disinfettanti), aziende completamente bloccate o chiuse, cittadini lombardi e cittadini delle provincie più colpite dalla diffusione del virus in “quarantena forzata”, connazionali bloccati alle frontiere con altri Paesi, cittadini irresponsabili che scappano dalle zone rosse prima di restare bloccati nelle provincie del contagio e molto altro…

Le borse mondiali sono a picco, i carcerati in rivolta, i nostri medici, i supereroi del nostro sistema sanitario nazionale, stanno lavorando giorno e notte per salvare la vita dei nostri cari, dei nostri cittadini più anziani e più deboli, trovandosi di fronte alla difficilissima e dolorosissima scelta di far sopravvivere solo chi ha più possibilità di farcela e di “donare con il cuore aria da respirare” solo a chi ha la fortuna di trovare un respiratore artificiale libero.

Già: molti di noi hanno avuto comportamenti irresponsabili che hanno contribuito alla diffusione del virus ma anche gli stramaledetti, folli e indiscriminati tagli alla pubblica amministrazione e alla sanità operati negli ultimi anni ci hanno portato alla riduzione forzata della nostra libertà, costringendo i nostri supereroi a dover fare scelte dolorose: scommetto che chi ha operato questi tagli si troverà sempre nella lista più opportuna e con la coscienza a posto…

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