Abbiamo capacità al di sopra della media nella gestione delle emergenze, ma quando dobbiamo fare prevenzione lasciamo molto a desiderare…
I mesi di marzo, aprile e maggio 2020 hanno rappresentato per tutti noi un momento di shock, smarrimento, paura, ansia e rabbia.
Purtroppo, il nostro Paese ha dovuto pagare un carissimo prezzo in termini di vite umane, per responsabilità dell’incuria, della superficialità, della scarsa conoscenza delle cose, della sottovalutazione di eventi ritenuti poco influenti per la sicurezza delle persone.
La storia insegna che, in questi casi, generalmente, si va alla rapida ricerca di un capro espiatorio, per consegnare un colpevole a chi è alla ricerca di giustizia.
Forse ci stiamo dimenticando una cosa piuttosto banale.
Chi è realmente responsabile di tutti i fatti funesti e sconcertanti che sono accaduti in un tempo così breve?
Andando oltre la rabbia e lo sconcerto che mi hanno procurato questi eventi, vorrei concentrarmi sulle mie responsabilità e sulla mia missione quotidiana, restando collegato al mio mondo, alla mia realtà quotidiana: la fonderia.
Vorrei capire in maniera precisa, se questa mentalità approssimativa, opportunista, a volte disonesta e poco seria può restare fuori da questo mondo per evitare di mettere in seria difficoltà chi cerca quotidianamente di lottare con le sue inefficienze e i suoi problemi di produzione.
Proprio questa mentalità ha messo in ginocchio la nostra economia e le nostre aziende, portando i nostri costi di produzione alle stelle, costringendo lo Stato ad attingere denaro in maniera sempre più pesante dalle tasche dei suoi imprenditori, tagliando i margini di investimento e riducendo il guadagno dei suoi numerosi e coraggiosi lavoratori autonomi.
In questa ottica diventa vitale e strategico mettere l’efficienza di ogni azienda in primissimo piano, facendo molta attenzione ad evitare gli sprechi, ad ottimizzare i costi di produzione, ad investire in maniera mirata e precisa, a lavorare in maniera chirurgica verso l’ottimizzazione dei propri cicli produttivi.
Ecco perché è arrivato il momento di fare alcune valutazioni molto semplici.
Direi che ci troviamo di fronte ad una situazione esplosiva che va gestita con estrema competenza da chi sta guidando il nostro Paese: spero che i ministeri siano all’altezza di una situazione così grave e mai vista nel corso della storia repubblicana.
Mi sembra di notare che all’esterno dei nostri confini, in alcuni cluster regionali, o in interi Paesi, la situazione sia letteralmente esplosiva e questo ci costringe a non abbassare la guardia, a restare vigili e attenti per non vanificare tutti gli sforzi che la nostra collettività ha fatto fino ad oggi.
Penso che i veri conti saranno fatti da tutti noi a partire da settembre.
Ma non finisce qui!
Per anni, addirittura decenni, chi governa non si è preoccupato minimamente di tenere sotto controllo i costi principali che deve affrontare un’impresa durante la sua attività produttiva, con il risultato che, se fino a 20 anni fa potevamo permetterci di lavorare di trasformazione perché i nostri costi erano estremamente competitivi, oggi siamo fuori mercato e agli ultimi posti in Europa per ripresa e produttività.
Già a partire dalla materia prima, soggetta a innumerevoli speculazioni da parte dei mercati, le nostre fonderie si trovano nella situazione di dover compensare i sovra costi legati all’acquisto di una partita di materiale “non all’altezza della situazione”.
Non parliamo della situazione energetica: se torniamo indietro di 4 o 5 di anni e osserviamo cosa accadeva allora alla bolletta del gas o della corrente elettrica, potevi notare che, nonostante i prezzi dell’elettricità sono diminuiti in media nell’Unione Europea (UE) tra la seconda metà del 2015 e la seconda metà del 2016, tuttavia dal 2008 i prezzi dell’elettricità e del gas sono aumentati di circa un quarto (+ 23% e + 26% rispettivamente).
Motivo?
In media, le imposte e i contributi rappresentavano più del terzo (36%) delle bollette elettriche addebitate alle famiglie nella seconda metà del 2016 e circa un quarto (26%) dei prezzi del gas.
I costi energetici rappresentano una vera e propria spina nel fianco di chi possiede una fonderia e la loro diminuzione diventa una mission dalla quale nessuno si può estromettere.
Per questa ragione diventa strategico anche tenere sotto massimo controllo gli scarti di produzione.
Cosa possiamo dire riguardo i margini di investimento ridotti al lumicino?
Nonostante le recenti politiche di ammortamento, super ammortamento e iper ammortamento, ora il mercato delle macchine e degli impianti per la pressofusione è pressoché fermo.
Inoltre, è logico pensare che se sbagli l’acquisto della tua pressa (non solo se è sottodimensionata rispetto a ciò che ti serve, ma anche se ne stai usando una troppo grossa), la tua fonderia sta lavorando a costi altissimi che possono compromettere il tuo guadagno.
Naturalmente, tutto ciò che entra nel ciclo produttivo di una fonderia, compresi i materiali di consumo, è destinato a subire un incremento di costo perché tutte le aziende cercheranno di rientrare con le perdite subite nel periodo del lock down.
Ecco il vero nemico della produzione: i tempi morti.
I tuoi impianti devono lavorare a pieno regime se vuoi riuscire a sostenere i costi della tua impresa.
Per finire la ciliegina sulla torta, la vera spina nel fianco di tutte le nostre imprese, il vero motivo di una disoccupazione alle stelle, tra i livelli più alti in Europa: il costo della manodopera.
Insomma, riuscire a barcamenarsi in questa situazione, aggravata ulteriormente dall’emergenza Covid, è una vera e propria “impresa”.
Per chi ha un’azienda, un’impresa, una società o è titolare di una P.IVA, oggi è necessario muoversi in direzioni estremamente precise.
Se possiedi una fonderia, sappi che le tue scelte di oggi potranno fare il successo di domani.
Sbagliare la scelta di un impianto o il progetto di uno stampo, oggi può essere devastante per i conti della tua azienda.
Questo perché, dovendo lavorare per lo Stato fino al mese di agosto (compreso), solo a partire da settembre hai la possibilità di lavorare (magari giorno e notte) per compensare le scelte errate sulla gestione del processo che hai preso.
Quindi, in questa situazione dai contorni tutt’altro che rosei, è necessario muoversi con idee ed azioni ben precise.
La crisi sanitaria ha colpito duramente alcuni settori e ha risparmiato altre realtà produttive: in una situazione già complessa prima dell’avvento del Covid-19, ora ci troviamo ad affrontare un vero e proprio “salto nel vuoto”.
Infatti, se lavori per settori che non perdonano, come ad esempio l’automotive, e il tuo guadagno si riduce a una manciata di centesimi di Euro a pezzo, allora puoi capire al volo di cosa sto parlando.
A titolo di esempio, ti riporto una dettagliata analisi economica che mette a confronto 3 differenti soluzioni produttive che ho presentato ad un mio cliente che, a causa di una ingenuità progettuale del suo stampo, si è trovato costretto ad utilizzare una pressa con un passaggio colonne generoso (troppo grande per l’applicazione ideale), dovendo scartare due soluzioni decisamente più competitive della sua.
Ecco di cosa sto parlando.
Soluzione Economicamente Più Competitiva: pressa più piccola
-Costo di un singolo pezzo: circa € 0,042.
-Costo della stampata: circa € 0,169.
-Costo totale in 1 anno di produzione: circa € 177.400,00.
-Numero di pezzi prodotti in 1 anno: circa 4.200.000.
-Costo totale al termine dell’investimento (5 anni): circa € 886.500,00.
-Numero di pezzi prodotti al termine dell’investimento (5 anni): circa 21.000.000.
Soluzione Tecnicamente Più Sicura: pressa con più margine sulla chiusura
-Costo di un singolo pezzo: circa € 0,05.
-Costo della stampata: circa € 0,198.
-Costo totale in 1 anno di produzione: circa € 180.000,00.
-Numero di pezzi prodotti in 1 anno: circa 3.600.000.
-Costo totale al termine dell’investimento (5 anni): circa € 900.000,00.
-Numero di pezzi prodotti al termine dell’investimento (5 anni): circa 18.000.000.
Soluzione del Cliente: pressa eccessiva
-Costo di un singolo pezzo: circa € 0,071.
-Costo della stampata: circa € 0,285.
-Costo totale in 1 anno di produzione: circa € 189.500,00.
-Numero di pezzi prodotti in 1 anno: circa 665.000.
-Costo totale al termine dell’investimento (5 anni): circa € 947.000,00.
-Numero di pezzi prodotti al termine dell’investimento (5 anni): circa 3.300.000.
Ecco a quale conclusione ti voglio portare
Confronto tra la Soluzione Economicamente Più Competitiva e la Soluzione del Cliente
-Aumento di costo di un singolo pezzo: circa + € 0,029 (+ 70% di costo sul singolo pezzo).
-Aumento di costo della stampata: circa € + 0,116 (+ 68,6% di costo sull’intera stampata).
-Aumento di costo totale in 1 anno di produzione: circa + € 12.100,00 (+ 6,82% di costo totale).
-Diminuzione del numero di pezzi prodotti in 1 anno: circa – 3.535.000 (- 84% di produttività).
-Aumento di costo totale al termine dell’investimento (5 anni): circa + € 60.500,00 (+ 6,82% di costo totale).
-Diminuzione del numero di pezzi prodotti al termine dell’investimento (5 anni): circa – 17.700.000 (- 84,3% di produttività).
Non occorre aggiungere ulteriori commenti.
Queste considerazioni sono vitali anche per te che stai leggendo a devi gestire quotidianamente le inefficienze della tua fonderia.
Ognuno ha bisogno di concentrarsi sull’ottimizzazione della produttività nel reparto di pressofusione, con l’obiettivo di studiare e applicare realmente un metodo certo per abbattere gli scarti di processo che si appoggia su regole matematiche certe e si dissocia completamente dai 5 sensi.
Vista la complessità delle problematiche che ti ho solo accennato, a cosa ti possono portare i soliti metodi improvvisati per regolare le presse in fonderia?
Hai bisogno di evitare soluzioni improvvisate che nel terzo secolo e nel pieno della rivoluzione portata dal piano industria 4.0 ti costringono a fare scelte tecniche non opportune nella fonderia.
Ti prego di analizzare con attenzione le proposte tecniche che ti vengono sottoposte.
Ecco perché.
Sarebbe più facile scalare l’Everest con una gamba sola, senza bombole di ossigeno, in costume da bagno, cibandoti quotidianamente di tè e brodino di pollo.
Ecco cosa puoi mettere in pratica per fare realmente efficienza nella tua fonderia.
Analizza e controlla il processo di pressofusione con regole matematiche certe, testate e provate in tante fonderie con ottimi risultati.
Ecco come devono essere analizzati i problemi che ti ho esposto puntando sempre all’eccellenza produttiva della tua fonderia.
Calcoli precisi e strategie di regolazione scientifiche, ad esempio, ti permetteranno di trovare sempre la giusta soluzione produttiva.
La corretta lettura e la corretta interpretazione delle le curve di iniezione della macchina ti aiuteranno a capire se hai centrato correttamente il range di regolazione ottimale della pressa.
La matematica, unita alla tua esperienza, ti aiuterà a trovare la mappa delle variabili di processo da monitorare nella maniera più efficace.
Le curve di iniezione dei tuoi impianti saranno il radar che ti permetterà di misurare tutte le variabili di processo.
Ma, soprattutto, ricorda questa grande verità!
Infatti, nell’ipotesi di continuare a perpetuare scelte improvvisate, poco funzionali ed altamente costose, purtroppo, per te non posso fare altro.
Ecco cosa potrebbe capitare in questo caso:
-Affideresti solo allo Stato e all’Agenzia delle Entrate il futuro della tua azienda.
-Continueresti a regolare il tuo processo produttivo con impianti troppo costosi.
-Le tue fusioni continuerebbero ad avere costi stellari.
-La produttività della tua fonderia non decollerebbe mai.
-Effettuerai investimenti mirati, che potranno rilanciare produttivamente, economicamente e fiscalmente la tua azienda.
-Ti dimenticherai di buttare i pezzi nell’immondizia.
-Finalmente, installando impianti perfettamente centrati rispetto ai tuoi requisiti produttivi, ridurrai drasticamente le non conformità dei tuoi clienti.
-Avrai il processo produttivo della tua fonderia perfettamente sotto controllo, dimenticandoti che esistono i 5 sensi di regolazione delle presse che ti hanno procurato numerose problematiche.
-Ridurrai realmente gli scarti, sostituendo i costi dovuti alle inefficienze a produttività e guadagno per la tua azienda.
-Darai all’Agenzia delle Entrate solo il frutto di investimenti centrati e proficui.
Allora, anche tu vuoi finalmente sostituire scarti e inefficienza a produttività e guadagno?
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione zama
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione