Sono R.
La mia azienda è leader nel campo della pressofusione zama e si occupa di progettazione e realizzazione di pezzi per vari settori, che hanno una peculiarità particolare: devono essere di grande pregio estetico, sia che vengano realizzati in zama, sia che siano prodotti in altre leghe.
Per una questione interna devo mantenere la massima riservatezze delle informazioni e della mia identità.
Abbiamo sviluppato internamente e molto efficacemente la tecnologia della pressofusione zama a camera calda.
Siamo proprietari di gran parte del ciclo produttivo, comprese le fasi di finitura (galvanica, verniciatura, ecc…).
La nostra missione è quella di consegnare il prodotto finito al nostro cliente gestendo all’interno le varie fasi di lavorazione.
I nostri clienti ci chiedono una qualità elevatissima su ogni pezzo prodotto e consegnato.
Prima dell’incontro con Roberto noi volevamo mettere in correlazione ciò che gli studi teorici ci avevano introdotto, con la pratica: in particolare ci interessava approfondire il collegamento tra il nostro ufficio tecnico e la fonderia di pressofusione della zama.
Ci ha incuriosito da subito la possibilità di comparare il progetto con la regolazione del processo per poterla controllare e monitorare, con l’obiettivo di renderla la più costante possibile in produzione.
Ci siamo rivolti a lui per sviluppare internamente il reparto di pressofusione zama della nostra azienda e per fare regolazioni di processo mirate al massimo risultato qualitativo nella nostra fonderia.
Roberto ci è stato utile perché, proprio grazie a lui, siamo riusciti ottenere questo grande obiettivo.
Questa cosa ci ha fatto migliorare notevolmente la qualità perché oggi, finalmente, riusciamo a capire se siamo in condizioni reali di jet sugli stampi e perché siamo in grado di manovrare le velocità in maniera perfettamente controllata.
Visti i risultati, abbiamo preso stampi con pezzi particolarmente complessi e li abbiamo riprogettati ottenendo ottimi risultati.
Sulla base degli ottimi risultati ottenuti, stiamo continuando a portare quotidianamente questo metodo in cascata ad altri stampi.
Il nostro obiettivo finale sarà quello di portare su tutti i futuri progetti della nostra azienda il metodo studiato a tavolino con Roberto.
Consiglierei questo metodo di lavoro ad altre figure tecniche come la mia perché, oggi, l’ottimizzazione dell’aspetto qualitativo e produttivo della fonderia è strategico.
Gli investimenti mirati al miglioramento delle performance della fonderia portano un’azienda come la nostra a gettare le basi per il futuro.
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione