SCOPRI COME PROTEGGERE IL DIRITTO INTELLETTUALE DELLA TUA FONDERIA

Sembra che oggi non ci sia più nulla da inventare.

Per questo motivo, sempre più spesso accade che i tuoi concorrenti assumano investigatori privati per seguire ogni tua mossa, capire cosa stai facendo di nuovo rispetto a loro, copiare inesorabilmente le tue idee e uscire sul mercato prima di te, con prezzi inferiori e tempi di consegna tendenti a zero.

In questo modo, i tuoi sacrifici, il frutto del tuo duro lavoro, le tue idee più importanti e performanti sono sempre a rischio di copiatura da parte di chi non ha il minimo rispetto per il suo prossimo.

Cosa puoi fare in questo caso?

Esiste un modo per difendere le tue idee, la tua conoscenza, la tua tecnologia e la tua azienda da questi parassiti del mercato, senza idee e senza utilità alcuna?

Ti è mai capitato di non dormire di notte perché devi mettere in produzione un nuovo articolo, per il quale un tuo cliente strategico e importantissimo è estremamente interessato, dopo avere investito ingenti capitali in ricerca e sviluppo, una montagna di ore per risolvere a tavolino i principali problemi di funzionamento e presentarti sul mercato prima che chiunque altro ti anticipi e lo trovi perfettamente funzionante e in bellissima mostra nello stand del tuo più diretto e accanito concorrente, proprio nella più importante fiera di settore?

Sto parlando proprio della tua idea!

Purtroppo, non hai margini per assorbire i costi di un nuovo progetto e il mercato ti riconosce come il secondo arrivato!

Ti sei affidato ai tuoi progettisti migliori per la realizzazione dello stampo ma questo colpo ti mette al tappeto!

Per l’ennesima volta, ha vinto chi ha giocato scorrettamente e, senza il minimo scrupolo si è appropriato una delle tue idee migliori lasciandoti in mano un pugno di mosche.

Ora basta: è arrivato il momento di reagire!

Consolati, infatti non sei l’unico ad avere passato questa brutta avventura.

Tutti noi, purtroppo, possiamo trovaci nella stessa situazione.

È necessario porre grande attenzione anche ai tuoi collaboratori, sia interni che esterni, che possono veicolare involontariamente informazioni preziosissime verso l’esterno della tua azienda.

Se hai qualche minuto, ti spiego cosa ho fatto per cercare di difendere le mie idee, il mio know how, la mia tecnologia, il frutto del mio lavoro e dei miei sacrifici dalle più pericolose sanguisughe di marcato in circolazione.

Qualche anno fa, ho sviluppato un metodo certo per abbattere gli scarti nella fonderia di pressofusione zama: l’ho chiamato “Zama Scarto Zero”.

Per conoscere il metodo nel dettaglio…

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Ti spiego brevemente di cosa si tratta.

Purtroppo, in fonderia, ancora oggi si regolano gli impianti per pressofusione con i 5 sensi.

Si va ad orecchio: esiste la convinzione che una macchina ben regolata possa emettere un suono secco e armonioso del pistone di iniezione.

Si va ad occhio: si crede che osservando la stampata, si modificano i parametri di iniezione finché non diventi “bella bianca”.

Si va a tatto: si pensa che la stampata debba essere bella e compatta, i pezzi non debbano staccarsi dagli attacchi solo per l’intervento del tavolino di estrazione.

Si va a naso: si crede che per trovare il migliore compromesso di regolazione, a volte basti toccare i parametri che apparentemente (a occhio) danno una buona resa sul pezzo (stampata “bella bianca”), ma nella pratica possono creare davvero grossi problemi durante le fasi di finitura.

Si va a gusto: se il pezzo non si piega o spezza con la forza bruta o con i denti, allora probabilmente è stampato bene.

Si va a fortuna: durante la campionatura ci si rivolge alla Dea bendata e se tutto va bene, allora in futuro non ci saranno mai problemi.

Con gli strumenti disponibili oggi, e con la mancanza di collegamento tra l’ufficio di progettazione e la fonderia, le macchine vengono tutt’ora controllate in maniera poco funzionale ad abbassare la percentuale di scarto.

Il metodo “Zama Scarto Zero”, invece, ha il compito di misurare tutte le variabili di processo a disposizione, cercando di interpretare correttamente il significato del feedback delle macchine, traducendole in variabili non misurabili che si ottengono all’interno dello stampo.

Chiaramente, la corretta interpretazione di questi feedback permette di capire cosa succede all’interno degli stampi (oggetti chiusi, non accessibili, nei quali entra metallo a 450°C a velocità e pressioni elevatissime).

Un metodo di lavoro scientificamente testato e provato sul campo, permette di ottenere risultati importantissimi in breve tempo.

Ecco di cosa sto parlando.

Riduzione degli scarti – con alcuni settori non puoi scherzare.

Gli scarti di produzione devono essere praticamente nulli.

Riduzione dei costi di produzione – ciò che non si butta si vende, produce fatturato!

I costi delle continue rifusioni di materia prima devono essere drasticamente tagliati.

Le inefficienze produttive di un errato accoppiamento stampo (troppo piccolo) – macchina (troppo grossa) vanno cancellate istantaneamente.

Il costo orario di produzione di una macchina troppo grossa si ripercuote inesorabilmente anche sul costo di produzione.

Riduzione del costo pezzo – il costo delle inefficienze dovute agli scarti incide pesantemente sul costo pezzo.

Consideriamo l’intera catena produttiva: fusione, vibrofinitura, pulimentatura, lucidatura, galvanica, verniciatura, ecc…

Se ti accorgi all’ultimo processo che la fonderia aveva prodotto pezzi scarti, quanto ti costa riprodurli successivamente?

Riduzione delle prove stampo – la prevenzione deve sostituire la cura.

Quante volte ti capita di eseguire rifacimenti (anche in vari esemplari) di alcuni stampi più critici?

La drastica riduzione delle prove stampo ti permette di ridurre ulteriormente i costi di produzione e il costo pezzo.

Stabilizzazione del processo – oggi esistono di macchine di ultima tecnologia che permettono di misurare le variabili di processo con una buona precisione.

È fondamentale imparare a utilizzare i parametri della macchina (curve di iniezione, software del controllo qualità, ecc…) per controllare e monitorare nel tempo i parametri dello stampo.

Questo ti permette di acquisire una maggiore esperienza nella corretta regolazione del processo.

Velocizzazione della produzione – è inutile produrre in fonderia con un migliaio di macchine a ritmi indiavolati (magari a 3 turni dal lunedì al venerdì, poi 2 turni il sabato, a volte anche la domenica), e avere scarti di produzione molto elevati.

Sicuramente conviene ridurre il lavoro, ad esempio, a 1 o 2 turni dal lunedì al venerdì, ma aumentare il fatturato!

Produzione in qualità senza complicare la vita alla fonderia – fino ad oggi molti tecnici di fonderia hanno pensato che qualità e produttività sono in contrapposizione!

Attenzione: la realtà dei fatti è ben diversa.

Prova a pensare al tempo che puoi evitare di buttare producendo scarti!

Inoltre esistono oggetti di uso quotidiano, quali smartphone e tablet, che ti possono aiutare a regolare il processo senza perdere tempo e senza complicarti l’esistenza.

Aumento del fatturato senza acquistare nuovi impianti – puoi migliorare l’efficienza della fonderia riducendo gli scarti, utilizzando le ore risparmiate dalle macchine per aumentare la loro resa produttiva, quindi aumentare il fatturato.

Inoltre, è inefficiente e poco produttivo utilizzare impianti troppo grossi, pensando erroneamente di aumentare la qualità dei prodotti.

Impianti più piccoli hanno costi orari di produzione minori e sono molto più veloci.

Ecco un ulteriore motivo che ti permette di aumentare il fatturato senza acquistare nuovi impianti.

Ebbene, quando si è diffusa la notizia dell’esistenza di questo metodo di lavoro così efficace e performante nei risultati, ho notato un interesse generale nel volerne copiare l’efficacia in sistemi simili, nel voler analizzare profondamente gli algoritmi che stanno alla base del funzionamento, nel capire come si possa copiare in maniera semplice e veloce ogni risultato di calcolo e di regolazione del processo.

Troppe persone che non mi hanno mai preso in seria considerazione, fino a quel momento, si volevano rivelare come collaboratori, come potenziali partner, per cercare di piazzare sul mercato questo efficiente metodo di lavoro.

Nel settore della fonderia di zama esistono varie persone che si spacciano esperte di tutto, i cosiddetti tuttologi, estremamente desiderose di mettere mano su una tecnologia nuova in grado di fare la differenza nella regolazione del processo.

Hanno promesso collaborazioni su vari fronti, con il solo scopo di conoscere e accalappiare preziosissime informazioni da poter utilizzare per i loro scopi personali.

Ho notato anche un forte interesse da parte di tecnici di settore che, oramai alle porte della pensione, stanno pensando a come arrotondare lo stipendio una volta raggiunto il loro traguardo lavorativo finale.

Un enorme interesse è stato manifestato anche da scuole di formazione territoriale, sempre con la prospettiva di future (quanto inesistenti) collaborazioni nel tentativo di aumentare la competenza formativa dei loro clienti sul territorio.

Anche i teorici di settore sono risultati particolarmente incuriositi dal metodo, sempre chiedendo una montagna di informazioni e proponendo le solite collaborazioni che hanno il solo scopo di estorcere informazioni preziosissime da poter utilizzare per i loro scopi personali.

Per questa ragione ho dovuto correre ai ripari.

Ho depositato una domanda di brevetto presso l’U.I.B.M. (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi), specificando cosa intendevo proteggere del mio lavoro.

Se devi proteggere una idea, un servizio o un oggetto, devi avere le idee molto chiare.

Ovviamente, la tua invenzione deve essere brevettata sulla base di un progetto che deve essere descritto in modo adeguato rispettando le regole previste dalla normativa in materia.

Per questa ragione, ho allegato una descrizione tecnica dettagliata per specificare in cosa consistono i punti chiave dell’invenzione industriale.

Qualora ne fossi interessato, prima di depositare la domanda di brevettabilità, è necessario esaminare a fondo l’invenzione per valutare se è brevettabile e quale sia il modo migliore per proteggerla.

Infatti, mentre per alcune invenzioni si tratta di una valutazione piuttosto agile per altre non lo è affatto.

In particolare, i software, per poter essere brevettati, necessitano di caratteristiche molto particolari.

Una volta effettuata questa valutazione preliminare occorrerà predisporre la documentazione tecnica da allegare alla domanda di brevetto che deve soddisfare i requisiti previsti dalla legge nazionale vigente.

Non è sufficiente una descrizione generica di quanto si intenda proteggere con il brevetto, ma occorre preparare un testo con relativi disegni che facciano comprendere esattamente in che cosa consista l’invenzione.

Naturalmente, vanno evidenziati chiaramente ed efficacemente quali siano gli aspetti innovativi sui quali si chiede di ottenere la tutela.

Prima di procedere con il deposito occorre valutare l’interesse commerciale dei potenziali clienti e stabilire i possibili mercati nei quali il prodotto possa avere i migliori sbocchi commerciali.

Attenzione: il brevetto, è territoriale e ha validità solo negli stati in cui viene depositato.

Ovviamente, è possibile scegliere di depositare un brevetto italiano che ha validità solo nel nostro paese oppure un brevetto europeo o un brevetto internazionale che hanno una validità estesa ad un numero maggiore di stati.

È fondamentale ricordare che, prima di depositare una domanda di brevetto, dovresti effettuare una ricerca di novità per valutare se l’invenzione che vuoi proteggere sia realmente nuova ed inventiva.

La ricerca di novità viene comunque effettuata nel corso della procedura di deposito dalla maggiore parte degli uffici competenti.

Dal 1 Luglio 2008 anche le domande di brevetto italiane sono sottoposte ad una ricerca di novità.

Questa ricerca per l’Italia è svolta dall’EPO, European Patent Office, e viene inviata all’UIBM che, a sua volta, la comunica al depositario della domanda entro 9 mesi dalla sua richiesta.

Questa innovazione ha reso particolarmente vantaggioso depositare una domanda di brevetto in Italia, in quanto, ad un costo contenuto, è possibile ottenere un’ottima ricerca sulla base della quale puoi scegliere con maggiore consapevolezza se il brevetto meriti di essere esteso all’estero o meno.

La protezione della tua idea o del tuo prodotto è garantita per 20 anni.

Naturalmente, affinché un brevetto venga mantenuto in vita è necessario pagare le tasse annuali previste dallo stato in cui è stato depositato.

Il brevetto ha una validità territoriale per cui la protezione dell’invenzione è limitata allo stato o agli stati in cui il brevetto è stato depositato.

Potrebbe sembrare incredibile, ma la tutela e la difesa del diritto intellettuale rappresenta una eccellenza mondiale di un Paese come l’Italia.

I prodotti che sono marcati “Made in Italy” sono particolarmente ricercati, imitati, copiati e tartassati in tutto il mondo e necessitano di una tutela di altissimo livello e di elevatissima efficacia.

Come ti ho anticipato, io Stesso ho dovuto percorrere una strada analoga a quella che ho esposto precedentemente.

Se invece, per qualsiasi altra ragione, avessi voluto continuare a fare ciò che ho sempre fatto, solo con il frutto del mio duro lavoro e senza tutelare il diritto intellettuale delle mie scoperte e delle mie innovazioni, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente…

Ecco a cosa sarei andato incontro, se avessi seguito una strada diversa.

Sarei rimasto in balia dei tuttologi della fonderia, estremamente desiderosi di mettere mano su una tecnologia nuova in grado di fare la differenza nella regolazione del processo.

Sarei stato sommerso da finte proposte di collaborazione su vari fronti, con il solo scopo di conoscere e accalappiare preziosissime informazioni da poter utilizzare per i loro scopi personali.

Sarei rimasto vittima anche delle scuole di formazione territoriale, sempre con la prospettiva di future (quanto inesistenti) collaborazioni nel tentativo di aumentare la competenza formativa dei loro clienti sul territorio.

Avrei subito attacchi anche da teorici di settore, particolarmente incuriositi dal metodo che ho messo a punto, sempre alla ricerca di una montagna di informazioni e ricevendo le solite richieste di collaborazione che hanno il solo scopo di estorcere informazioni preziosissime da poter utilizzare per i loro scopi personali.

Se anche tu vuoi conoscere i dettagli di questa importante innovazione tecnologica nel campo della fonderia di zama…

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Roberto Camerin

L’esperto del processo di pressofusione zama

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