Mari e oceani invasi dalla plastica, foreste tropicali in via di estinzione, inverni con siccità devastanti, popolazioni ridotte alla fame dalla carestia, città che soffocano nello smog, immondizia sulle vette dell’Himalaya, animali perseguitati dall’uomo che stanno scomparendo…
È intelligente quanto stiamo facendo?
È questo il mondo che realmente vogliamo per noi e per i nostri figli?
Chi è realmente responsabile di questo scempio?
Prova a riflettere su questo interrogativo!
Proviamo a focalizzarci solo sul problema (…devo dire enorme…) dello smaltimento della plastica che gettiamo quotidianamente nell’immondizia (…e non solo…).
Perché produciamo e progettiamo in continuazione pezzi ed accessori che contribuiscono quotidianamente alla distruzione del nostro pianeta?
In effetti, i progettisti continuano a sostituire le parti in metallo con l’ingegneria delle materie plastiche.
Ingegneri e progettisti meccanici stanno sostituendo sempre più parti di metalli esistenti con componenti realizzati in tecnopolimeri.
Un malinteso comune è che questa tendenza si basa esclusivamente sulla riduzione del costo iniziale, ma la realtà è molto diversa.
I materiali plastici per l’ingegneria sono spesso più costosi dei metalli, ma offrono vantaggi quali prestazioni migliorate, maggiore durata dei componenti e tempi di fermo macchina ridotti.
Questo approccio a lungo termine, denominato “total cost of ownership“, sta guidando un mercato importante per le soluzioni in plastica ingegnerizzate.
Ecco alcune delle caratteristiche e dei vantaggi del prodotto che stanno guidando la tendenza verso un maggiore uso di tecnopolimeri.
Nelle applicazioni ad alta usura, molti materiali plastici superano l’ottone e altri materiali metallici.
Alcune materie plastiche offrono un lubrificante naturale per aumentare la resistenza all’usura e prolungare la durata dei cuscinetti, dei rulli, degli ingranaggi e delle tenute meccaniche.
Ciò può tradursi in un notevole risparmio energetico se utilizzato in applicazioni quali trasporto, movimento lineare e movimentazione di materiali.
Sono stati sviluppati materiali plastici, ceramici e compositi che resistono a intervalli di temperatura criogenica estremamente alti ed estremamente bassi con una perdita minima di proprietà meccaniche.
Alcuni materiali plastici possono funzionare continuamente fino a 400 ° C, mentre altri materiali a -240 ° C.
Resistenza agli urti e assorbimento degli urti
Molte materie plastiche e materiali compositi offrono un’eccellente resistenza all’impatto.
Materiali come il policarbonato sono utilizzati al posto di vetri resistenti agli urti e scudi.
Molte materie plastiche hanno eccellenti proprietà di isolamento, riducono il calore e migliorano l’affidabilità del prodotto.
I metalli sono intrinsecamente suscettibili alla corrosione da umidità, acidi e solventi organici. Molte materie plastiche sono state progettate appositamente per combattere questi problemi.
Molte materie plastiche sono state approvate per l’uso in applicazioni mediche che vanno dalle valvole alla pompa cardiaca agli strumenti endoscopici.
Dozzine di materiali plastici sono stati sviluppati per soddisfare principi antincendio negli aeromobili e nei trasporti, nel settore dei semiconduttori e in applicazioni critiche dove deve essere estremizzata la sicurezza da fiamme e fumo.
Nell’industria dei semiconduttori, alcuni materiali plastici hanno ridotto o eliminato la necessità di costosi sistemi antincendio, e quindi hanno ridotto i costi complessivi delle apparecchiature.
In alcuni casi, l’uso di questi materiali ha addirittura ridotto i costi assicurativi nelle applicazioni ad alta pericolosità.
La plastica è stata per lungo tempo un prodotto decisamente importante nella produzione di fluidi ad alta purezza e in applicazioni di trattamento dei gas.
Molte materie plastiche hanno eliminato le problematiche relative alla fuoriuscita di gas, alla lisciviazione e ad altre contaminazioni in sistemi produttivi dove i requisiti elevata purezza delle materie prime sono vitali.
Diverse plastiche e materiali compositi hanno qualità antistatiche per impedire l’accumulo di carica elettrica.
Quindi, in applicazioni ad elevata tecnologia, alcune materie plastiche offrono vantaggi che altri materiali non sono in grado di assicurare.
Per questa ragione, quotidianamente, utilizziamo enormi quantità di prodotti “usa e getta” che devono essere smaltiti e riciclati.
Purtroppo, il processo di riciclo non è perfettamente circolare.
In effetti, ne raccogliamo sempre di più grazie alla differenziata ma una grossa fetta di quella recuperata non riesce ad essere riciclata.
Insieme alla battaglia contro i cambiamenti climatici, quella relativa all’inquinamento da plastica appare come una delle sfide più importanti degli ultimi anni ma, nonostante gli sforzi in più direzioni, anche da parte dei cittadini attraverso la differenziata, riciclare la plastica è ancora complesso: in Italia ad esempio circa il 40% di quella raccolta non può essere riutilizzata o avviata al riciclo ed è così destinata a termovalorizzatori, discariche e cementifici.
Rispetto al 2017, l’anno scorso la raccolta della plastica è aumentata del 14% (di sei volte rispetto a quella messa in commercio) ma, anche per mancanza di impianti di trattamento, spesso buona parte finisce in discarica.
Se in Europa siamo fra i primi per recupero dei rifiuti (79% della raccolta complessiva) al pari con la Germania, come in altri Paesi facciamo fatica a trasformare tutto il materiale recuperato in oggetti con una nuova vita.
Nel 2017 solo il 41% degli imballaggi raccolti è stato avviato al riciclo e di questi solo poco meno di due terzi sono stati realmente trasformati in nuovi oggetti, contenitori o imballaggi.
Tra le cause della difficoltà di recupero, oltre alla mancanza di impianti per il trattamento e alla necessità di un maggiore impegno da parte dei produttori nell’utilizzo di plastiche riciclabili e con un ecodesign votato alla sostenibilità, possono esserci anche errori comuni nel differenziare da parte dei cittadini.
La raccolta differenziata della plastica riguarda solo gli imballaggi: bottiglie, barattoli, flaconi, sacchetti, buste, pellicole trasparenti, piatti e bicchieri monouso o vaschette.
Altri tipi di materiali polimerici una volta dismessi e diventati rifiuti vanno invece destinati al contenitore dell’indifferenziato: un esempio sono giocattoli di plastica, ciabatte come infradito, canotti, palloni, vecchi occhiali e biro, pennarelli o borracce.
Un’altra buona pratica, prima di smaltire imballaggi come ad esempio le bottiglie, può essere quella di schiacciarli prima di metterli nel bidone.
Dal Pet ai vari polimeri recuperati attraverso un corretto riciclo oggi vengono realizzati diversi prodotti rimessi poi nel mercato grazie all’economia circolare.
Alcuni esempi sono componenti degli scooter, ma anche occhiali, lampade, cassette per gli ortaggi, panchine che vengono utilizzate nei parchi, vestiti, sedie, vasi, shopper e altro.
Per dare un’idea: con solo 20 bottiglie in Pet è possibile realizzare il tessuto di una trapunta.
Quindi il problema c’è, è complicatissimo da affrontare e la sua soluzione è delegata all’impegno dei singoli abitanti del nostro pianeta.
Cosa possiamo fare per affrontarlo nella maniera corretta per cercare di risolverlo nel migliore modo possibile?
Tutti noi, nel nostro quotidiano, nei piccoli gesti che ci contraddistinguono, nel nostro stile di vita, nella ricerca spasmodica delle nostre comodità, nel miglioramento continuo del nostro stile di vita, nel modo in cui trasmettiamo ai nostri figli il rispetto che abbiamo per l’ambiente che ci circonda, abbiamo responsabilità precise per ciò che sta accadendo.
Prova a riflettere anche su questa considerazione.
Immagina, ora, di entrare nella tua fonderia e di focalizzare la tua attenzione sulle risorse che stai quotidianamente sprecando, a partire dallo scarto incontrollato che ti costringe a sovra produrre fusioni, dall’utilizzo di impianti sbagliati (troppo grossi per gli articoli che devi stampare), dall’accensione di impianti progettati e costruiti molti anni fa, con consumi energetici elevatissimi, per arrivare alle continue e inutili prove stampo che ti costringono ad alimentare gli impianti senza produrre, ai rifacimenti e continui aggiustamenti degli stampi stessi, e molto altro…
Ogni piccolo gesto può fare la differenza…
Impara a fare efficienza nella tua azienda sfruttando ogni risorsa disponibile in grado di aiutarti ad eliminare o limitare al massimo gli sprechi.
Impara un metodo certo per abbattere gli scarti di produzione anche nella tua fonderia, pezzi che dovrai riciclare sfruttando il principio dell’economia circolare con costi esorbitanti di smaltimento e di riciclo.
Se non conosci questo metodo, affidati a qualcuno che sia in grado di insegnartelo in maniera semplice ed efficace.
Di solito nessuno si sbilancia a darti indicazioni precise in merito alla scelta delle migliori macchine per la tua fonderia.
Se hai una pesante carenza nella parte teorica del processo, se non conosci a fondo le regole che determinano l’aspetto qualitativo delle fusioni, se la matematica e la scienza non fanno parte della tua esperienza, puoi invertire questa tendenza.
Per quanto riguarda la scelta del diametro ottimale dei pistoni, ecco quali risposte riceverai da chi è completamente estraneo alla conoscenza dei parametri di processo.
Ad esempio: “nel settore moda, si una la 50 tonnellate con il pistone da 45 mm”.
“Le maniglie si stampano usando la 200 tonnellate con il pistone da 70 mm”.
Ma ti rendi conto di cosa ti sto dicendo?
Per quanto riguarda la migliore cadenza produttiva delle presse, nessuno riuscirà a darti risposte sensate.
Come potrebbe essere altrimenti?
Un altro esempio che calza a pennello: complicare oltre il necessario i tuoi impianti, aumentandone il tempo di setup e peggiorandone il tempo ciclo costringendoti a regolazioni più complesse e meno stabili nel tempo è autodistruttivo per le casse della tua azienda e per l’ambiente.
Ricordati: la semplicità prima di tutto.
Ciò che non c’è non si rompe, non ti complica l’esistenza e non incide energeticamente sull’ambiente.
Prova a pensare a questa ulteriore considerazione.
Quanto tempo ti serve per eseguire correttamente la sostituzione del tuo stampo se devi mettere a punto una serie infinita di accessori?
Prova a eseguire il setup di macchina, robot, termoregolatore, lubrificazione degli stampi di “ultima generazione”, impianto del vuoto, trancia, sistema di alimentazione del forno, automazione di recupero delle materozze, telecamera per il riconoscimento dei pezzi, ecc…
Ma ti servono proprio tutte queste cose?
Se si, su tutti gli impianti?
Quanto hai dovuto spendere per costruire un impianto così complesso?
Tutti questi accessori devono essere alimentati, a discapito di un ambiente che stai letteralmente massacrando in termini di inefficienza energetica.
Ora immagina di trovarti di fronte a un fermo macchina durante una manutenzione ordinaria o un guasto.
Visto quanto ti ho accennato al punto precedente, prova ad immaginare l’impatto di tutte quelle complicazioni di fronte a una tematica così importante come il tempo che devi dedicare alla manutenzione ordinaria o il tempo che ti serve per risolvere una emergenza legata ad un guasto che ti genera un fermo macchina.
Ricorda: ciò che è presente in ogni tua isola di pressofusione in fonderia può rompersi o può complicarti la vita!
In molti casi puoi produrre con soluzioni più semplici ed ecocompatibili.
Sto facendo da anni queste valutazioni: oggi stiamo arrivando alla resa dei conti e l’ambiente si sta ribellando alla nostra dittatura.
Ecco cosa puoi fare per analizzare e risolvere le inefficienze della tua fonderia.
Puoi costruire la tua fonderia ideale, composta solo da ciò che ti serve, non prendendo in considerazione l’inutile e il superfluo, perché l’ambiente in cui vivi è sacro.
Puoi fare calcoli matematici volti all’analisi del materiale che già possiedi e alla scelta delle reali soluzioni che ti mancano per far veramente decollare la tua fonderia, evitando soluzioni improvvisate aggiuntive che possono impattare negativamente sull’ambiente.
Basta essere schiavi delle solite scelte improvvisate e sbagliate.
Per la scelta ottimale del diametro dei pistoni, puoi fare calcoli matematici che ti permetteranno di capire se il materiale che già possiedi è idoneo e sufficiente a coprire tutte le esigenze produttive della tua fonderia, garantendo ai tuoi clienti la qualità che pretendono da te ai costi che decidono loro, alla giusta cadenza produttiva che ti permetterà di ridurre pesantemente le emissioni nocive di CO2 e l’immondizia nell’ambiente che ti circonda.
Con un metodo scientifico e con calcoli matematici precisi e non improvvisati, finalmente anche tu sarai in grado di trovare sempre l’accoppiamento ottimale tra macchina, pistone e stampo.
Tra le possibili combinazioni disponibili, avrai sempre la possibilità di scegliere quella ottimale per l’impianto che ti si libera al momento di produrre un articolo al massimo della qualità e dell’efficienza produttiva della tua fonderia.
Ecco uno dei momenti strategici per abbattere i tempi morti della tua fonderia: il cambio stampo.
Immagina di dover effettuare la sostituzione del tuo stampo più complesso, per fornire il tuo cliente più importante nel tempo più breve possibile perché sei in ritardo con le consegne.
Ora immagina di dover mettere a punto la macchina, il robot, il termoregolatore, una lubrificazione degli stampi di “ultima generazione”, l’impianto del vuoto, la trancia, il sistema di alimentazione del forno, l’automazione di recupero delle materozze, la telecamera per il riconoscimento dei pezzi, ecc…
Magari devi consegnare solo 1.000, 1.500 pezzi!
Prova a farti questa domanda.
Prima di circondare la tua macchina da tutti questi accessori (ripeto, alcuni magari utili, ma altri assolutamente non necessari in alcune applicazioni), hai provato a leggere e interpretare le curve di iniezione della macchina per capire se hai ottenuto un setup coerente con i parametri di processo che hai progettato?
Hai progettato i parametri di processo prima di montare lo stampo in macchina?
Se si, quali?
Sei pronto a monitorare in linea le stampate che stai per eseguire?
Io ti insegnerò a fare tutto questo, liberandoti dal rischio concreto di restare schiavo di soluzioni improvvisate e inutili, dannose e devastanti per l’aria che respiri ogni giorno, per i rifiuti speciali che devi smaltire in un ambiente sempre più a rischio, per fenomeni atmosferici estremi che potrebbero distruggere in pochi minuti la tua azienda cancellando i sacrifici fatti in una vita intera di lavoro quotidiano.
Per finire, ecco un’altra spina nel fianco di chi deve produrre con la massima efficienza: la manutenzione ordinaria o straordinaria.
Finalmente nella tua azienda riuscirai a prevenire prima di curare, senza complicare inutilmente i tuoi impianti in fonderia.
Potrai utilizzare le curve di iniezione e il software del controllo qualità dei tuoi impianti per fare manutenzione predittiva e fermare gli impianti solo quando lo stabilirai tu.
Queste cosa possono fare la differenza per la tua azienda e per l’ambiente che ti circonda.
Restando agganciati alle vecchie metodologie produttive resteranno irrisolti i soliti problemi:
-Presenza in fonderia di impianti complessi da gestire, delicati da manutenere, dannosi e deleteri per l’ambiente che ti circonda.
-Utilizzo di pistoni di diametro errato.
-Bassa produttività delle presse.
-Alta produzione di immondizia difficile e costosa da recuperare e da riciclare.
-Ridurrai molto rapidamente gli scarti di produzione a favore di un ambiente più pulito.
-Abbatteria drasticamente i costi energetici, evitando di intossicare la tua città.
-Diminuirai le tue inefficienze di impianto dovute ad un errato accoppiamento macchina – pistone – stampo, utilizzando impianti più piccoli, ecologici e produttivi.
-Imparerai a fare la manutenzione predittiva ai tuoi impianti per farli fermare solo quando lo deciderai tu, riducendo drasticamente i ricambi da riciclare in un ambiente in serio pericolo.
-Ridurrai la manodopera e i suoi costi, evitando di smaltire nelle apposite discariche differenziate rifiuti speciali tossici e dannosissimi.
-Renderai i tuoi impianti più veloci, producendo il necessario in un tempo nettamente inferiore, risparmiando tonnellate di CO2.
Allora, anche tu vuoi finalmente liberarti da soluzioni vecchie e deleterie, evitando di distruggere irreparabilmente l’unico mondo nel quale puoi vivere?
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione