I 5 SENSI DEI PENSIONATI TUTTOFARE

È arrivato il momento di capire, una volta per tutte, quali rischi può correre la tua fonderia di pressofusione zama se decidi di continuare a regolare le presse con i vecchi 5 sensi che ho descritto nei mei precedenti articoli.

Infatti, è opportuno ricordare che gli standard qualitativi che ti chiedono i clienti oggi, domani mattina inizieranno ad essere obsoleti e superati da richieste sempre più stringenti.

Probabilmente, i costi energetici per la gestione della tua fonderia saranno più alti: prova ad analizzare il trend legato ai picchi di costo dell’energia degli ultimi anni e vedrai che ciò che ti sto dicendo corrisponde ad una amara verità.

Dubito anche che il costo orario del personale e le tasse vadano a calare, nonostante i nostri abilissimi politici, nel corso della campagna elettorale, ne abbiano sparate di tutti i colori rispetto a queste problematiche che stanno mettendo in croce tutte le aziende italiane.

In effetti, sto evidenziando una questione determinante per le scelte future della tua azienda e della tua fonderia, visto che nessuno ci aiuterà a risolvere i problemi che ti ho esposto.

Dobbiamo fare dell’efficienza e della concretezza la mission del nostro lavoro nei prossimi anni se vogliamo sperare di resistere alla prossima crisi, che annienterà inesorabilmente coloro che non si adegueranno a questa legge di mercato.

Cosa significa, nel concreto, questa affermazione se la trasportiamo nella tua fonderia?

Chi può realmente aiutarti a renderla concreta ed efficiente in ogni suo aspetto strategico, progettuale e produttivo?

Non sicuramente chi, alle porte del 2020, si permette ancora di regolare i tuoi impianti con i vecchi 5 sensi, come il pensionato tuttofare!

Proviamo, allora, a fare qualche considerazione insieme, cercando di capire quanto è autodistruttivo continuare a regolare le macchine di pressofusione con metodi improvvisati assolutamente inutili, volti alla conoscenza superficiale di qualche parametro che, dal punto di vista della qualità delle fusioni, non ti porterà molto lontano.

Analizziamo nel dettaglio la regolazione basata sui 5 sensi e vediamo cosa  procurerà alla tua fonderia in un periodo non necessariamente lungo.

Ecco cosa potrebbe succedere se non affianchi la strategia di regolazione delle tue presse a camera calda a un metodo scientifico che ti può portare a controllare e monitorare il processo di pressofusione come mai sei riuscito fino ad ora.

Regolazione ad orecchio: “esiste la convinzione che una macchina ben regolata possa emettere un suono secco e armonioso del pistone di iniezione”.

In effetti per lunghissimi anni si sono regolate le macchine per pressofusione con questa convinzione, che, tutto sommato, ha anche alcuni riscontri sulle stampate.

È necessario, però, focalizzare una considerazione molto importante: il “suono secco e armonioso del pistone di iniezione” è il frutto di una velocità di picco del pistone di iniezione e di una pressione idraulica ben precisa.

A quali valori delle grandezze fisiche che ho introdotto bisogna fare riferimento per essere certi di aver centrato una regolazione asintoticamente stabile della macchina?

Naturalmente non esiste un valore sempre uguale e ripetibile di velocità e di pressione: queste variabili andrebbero calcolate a tavolino e verificate in maniera precisa in fonderia quando stai eseguendo la regolazione della pressa.

Attenzione: ho parlato di regolazione asintoticamente stabile, nel senso che, eventuali perturbazioni di alcune variabili non devono spostare sensibilmente il punto di equilibrio della pressa che hai trovato.

Regolazione ad occhio: “si crede che osservando la stampata, si modificano i parametri di iniezione finché non diventi bella bianca”.

Questo è senza dubbio il primo e il più semplice controllo in linea che un operatore di macchina possa eseguire.

Possiamo anche affermare che, in alcuni casi particolari e, in assenza di requisiti qualitativi particolarmente estremi, possa anche bastare.

I veri problemi iniziano nel momento in cui il pezzo deve rispettare requisiti meccanici molto precisi.

In effetti, non sono affatto rari i casi di stampate “belle bianche”, ovvero con requisiti superficiali discreti, ma che dal punto di vista strutturale presentano infiniti problemi.

Purtroppo, magari senza saperlo a priori, chi ha regolato la pressa si è preoccupato solo di curare gli aspetti che estremizzano la qualità superficiale del pezzo, scordandosi completamente di curare i parametri che permettono di incrementare la qualità strutturale del getto.

Ma non finisce qui!

Esistono anche casi di stampate “belle bianche”, quindi con i parametri che ti ho accennato particolarmente curati dagli operatori di fonderia, che, al rientro dalla galvanica, generano una percentuale altissima di scarto.

In questo caso cosa può essere sfuggito?

Quali parametri di processo era necessario misurare e monitorare durante la produzione per evitare che tutto ciò accadesse?

Peggio ancora: se tu dovessi stampare un pezzo con elevati requisiti estetici e tecnici al tempo stesso, cosa fai?

Quali parametri curi meglio di altri per evitare di avere problemi in fase di test o di consegna dei pezzi al cliente?

Purtroppo, se non curi gli aspetti giusti del processo, rischi di non andare molto lontano con la tua produzione.

Regolazione a tatto: “si pensa che la stampata debba essere bella e compatta, i pezzi non debbano staccarsi dagli attacchi solo per l’intervento del tavolino di estrazione”.

In effetti, se provi ad analizzare bene questa frase, potresti trovare nascosta anche qualche verità.

Ma c’è un problema!

La geometria degli attacchi di colata può influenzare pesantemente questa proprietà della stampata.

Prova a pensare a questa considerazione: un attacco di colata curvo offre una resistenza alla smaterozzatura superiore rispetto a quella che può offrire una attacco lineare, a parità di spessore e di lunghezza.

Magari il pezzo stampato con l’attacco ricurvo, anche se l’impronta non si stacca dai canali dopo l’intervento del tavolino di estrazione, potrebbe essere stampato sensibilmente peggio rispetto al pezzo con attacco lineare.

Inoltre, a parità di area, una impronta con un attacco di maggiore spessore offre sicuramente una resistenza alla smaterozzatura superiore.

Quindi, anche questa considerazione, se non supportata da raffronti tecnici e scientifici sulle variabili di processo, non ti porta a raggiungere lo standard qualitativo che ti serve.

Regolazione a naso: “si crede che per trovare il migliore compromesso di regolazione, a volte basti toccare i parametri che apparentemente (a occhio) danno una buona resa sul pezzo (stampata “bella bianca”), ma nella pratica possono creare davvero grossi problemi durante le fasi di finitura”.

Ecco l’assoluta verità in merito alla considerazione che ho riportato.

Presta molta attenzione a ciò che stai facendo in fonderia perché, se non sei adeguatamente preparato ad affrontare i problemi che ti si potrebbero presentare, l’apparenza ti potrebbe ingannare creando il preludio per un disastro di grande portata!

Andare a naso in fonderia è pericolosissimo: ti può andare bene una volta, forse due, ma, prima o poi, la Dea bendata ti porterà inesorabilmente il conto.

Regolazione a gusto: “se il pezzo non si piega o spezza con la forza bruta o con i denti, allora probabilmente è stampato bene”.

Anche in questo caso stiamo creando i presupposti per il prossimo disastro nella fonderia.

È inevitabile ricordare che questa non è una regola matematica, scientifica, legata a calcoli precisi che possano darti una direzione precisa rispetto agli standard qualitativi che desideri ottenere dai pezzi che stai stampando nella tua fonderia.

Quale metro di misura puoi usare per definire la forza che ti può indicare se un pezzo stampato bene evita di piegarsi o spezzarsi durante un test totalmente improvvisato?

La forza necessaria per piegare un pezzo dipende da moltissimi parametri che devono essere incrociati tra loro: la lunghezza del pezzo, la larghezza, lo spessore, l’eventuale raggio di curvatura, l’eventuale presenza di nervature che possono incrementare o meno la robustezza della sezione longitudinale, ecc…

Quindi, anche in questo caso, l’analisi scientifica del processo è determinante per stabilire se ciò che hai stampato è conforme o meno con gli standard qualitativi che i tuoi clienti ti stanno imponendo.

Infine, resta da analizzare l’ultimo senso, quello più pericoloso, perché si basa sulla totale assenza di regole matematiche certe che ti possano aiutare a monitorare e regolare il processo in maniera perfettamente scientifica e certa.

Sto parlando della famigerata Dea bendata, che qualche volta ti è venuta incontro a braccia aperte mettendoci qualche pezza e aiutandoti a consegnare i pezzi per il tuo cliente più importante nel momento giusto, ma nella stragrande maggioranza dei casi ti ha abbandonato lasciandoti completamente solo e in balia dei tuoi problemi!

Regolazione a fortuna: “durante la campionatura ci si rivolge alla Dea bendata e se tutto va bene, allora in futuro non ci saranno mai problemi”.

Sarebbe troppo bello!

Se così fosse, potremmo dimenticarci della professionalità delle persone, lasciando gli impianti in fonderia in mano a macellai, farmacisti, ortolani, cuochi, falegnami, pescivendoli o enologi e ottenere sempre esattamente lo stesso risultato.

È ovvio che devi essere esperto di settore nel campo della pressofusione, magari facendoti supportare da numeri e formule matematiche che ti aiutino a capire cosa stia accadendo dentro il tuo stampo, per tenere sotto perfetto controllo il processo di pressofusione, avendo la certezza che ogni azione che compi porterà a conseguenze certe e misurabili.

Potremo stare qui a conversare per alcuni giorni, sviscerando e affrontando problematiche che devi conoscere perfettamente se vuoi realmente che la tua fonderia di pressofusione zama produca pezzi conformi e di elevato standard qualitativo.

Se così fosse, allora dovrai assolutamente dimenticarti dei 5 sensi che ti ho descritto nella tua fonderia.

Io, personalmente, ho preferito focalizzare la mia attenzione su tecniche di regolazione del processo completamente differenti, con lo scopo di arrivare a un punto di equilibrio della pressa asintoticamente stabile e imperturbabile nel tempo.

In particolare ecco su cosa ho voluto concentrare tutti i miei sforzi.

Ho voluto concentrarmi sull’ottimizzazione del processo di pressofusione delle leghe di zinco in camera calda, con l’obiettivo di studiare e realizzare il primo metodo certo per abbattere gli scarti nel processo di pressofusione zama che si appoggia su regole matematiche certe e si dissocia completamente dai 5 sensi.

Vista la complessità delle problematiche che ti ho solo accennato, a cosa ti porteranno i soliti metodi improvvisati per regolare le tue presse in fonderia?

Al sicuro disastro!

Allora, diffida dai pensionati tuttofare che nel terzo secolo e nel pieno della rivoluzione portata dal piano industria 4.0 si permettono ancora di darti consigli che si riveleranno come un vero e proprio boomerang per la tua fonderia.

Ecco perché.

Come puoi pensare che i 5 sensi possano prevenire in futuro i problemi che ti ho esposto precedentemente?

Avrai sempre la Dea bendata dalla tua parte, nel posto giusto e nel momento giusto, a seconda delle tue necessità?

A disastro compiuto, avrai a disposizione il pensionato tuttofare che ti ha suggerito le solite strategie di regolazione improvvisate per risolvere realmente i problemi che continuano inesorabilmente a perseguitarti?

Per finire, quanto denaro hai inutilmente speso nel corso degli anni affidandoti ai soliti fornitori con soluzioni improvvisate e sbagliate, che non hanno la minima percezione del danno economico che ti hanno procurato?

Ecco quali problemi riuscirai a risolvere se continuerai ad affidarti ai famigerati 5 sensi in fonderia: nessuno!

Le problematiche focalizzate alla produzione di articoli di vera qualità in zama, le sto analizzando da anni, da quando ho iniziato a voler spaccare questo processo per capire dove possono esserci margini di miglioramento nel prevenire ed evitare le non conformità dei tuoi clienti.

Ecco come analizzo i problemi che ti ho esposto puntando sempre all’eccellenza produttiva della tua fonderia.

Con un metodo certo e con formule matematiche che, associate alla tua esperienza, possono fare la vera differenza nella tua fonderia!

Calcoli precisi e strategie di regolazione scientifiche, ad esempio, ti permetteranno di trovare sempre l’accoppiamento ottimale tra macchina, pistone e stampo.

La corretta lettura e la corretta interpretazione delle le curve di iniezione della macchina ti aiuteranno a trovare un punto di equilibrio stabile nel processo produttivo.

Il software del controllo qualità dei tuoi impianti sarà il radar che ti permetterà di monitorare nel tempo cosa stai iniettando nel tuo stampo in tempo reale.

Ma, soprattutto, ricorda questa grande verità!

Appoggiandoti a chi è realmente esperto nel processo di pressofusione zama, potrai applicare anche alla tua fonderia criteri certi di regolazione del processo di pressofusione volti all’incremento della tua efficienza produttiva e del tuo fatturato.

Se invece, per qualsiasi altra ragione, vuoi continuare a rivolgerti a chi continua inesorabilmente a regolare il tuo processo produttivo con i vecchi 5 sensi, allora puoi continuare a rivolgerti ai pensionati tuttofare che non ti ha mai aiutato a capire e risolvere definitivamente le inefficienze che ti ho appena spiegato.

Allora, ti ricordo cosa può capitare rivolgendoti a chi non ha le idee molto chiare riguardo il processo di pressofusione della zama in camera calda:

-Continuerai a regolare il tuo processo produttivo con un metodo che non ha nulla di certo e di sicuro.

-Rischierai di schiantarti contro un muro senza capire quali sono le cause reali che ti hanno portato a questo risultato.

-Dovrai nuovamente cercare di mettere le pezze all’ennesimo problema produttivo, senza sapere esattamente quale direzione dovrai prendere per risolverlo definitivamente.

Ecco gli importanti risultati che otterrai nella tua fonderia di pressofusione zama, se ti affidi alla persona giusta.

-Riuscirai ad accorgerti in tempo quando stai producendo fusioni problematiche, prima di buttare i pezzi nell’immondizia.

-Finalmente, lavorando con la logica della prevenzione, ridurrai drasticamente le non conformità dei tuoi clienti.

-Avrai il processo produttivo della tua fonderia perfettamente sotto controllo.

-Ridurrai realmente gli scarti, sostituendo le pezze che hai sempre messo con un lavoro matematico e scientifico che ti porterà ad un risultato qualitativo certo e perfettamente controllato.

-Risparmierai molte ore di lavoro dei tuoi dipendenti per rincorrere e risolvere i soliti problemi che ti perseguitano da anni.

-Di conseguenza, risparmierai, finalmente, una quantità incredibile di denaro per rincorrere e tamponare inutilmente le tue inefficienze.

Finalmente potrai anche tu far decollare la fonderia della tua azienda e raccogliere i frutti del tuo lavoro e dei tuoi sacrifici.

Allora, anche tu vuoi finalmente liberarti dai soliti fornitori con soluzioni improvvisate che non hanno mai risolto i problemi che perseguitano la tua fonderia da anni?

Se veramente sei interessato ad approfondire quanto ti ho appena raccontato…

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Roberto Camerin

L’esperto del processo di pressofusione zama

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