COME RILANCIARE LA TUA AZIENDA CON L’IVA AL 26,5%

Sei pronto a fare due conti molto semplici?

Quanto costa realmente continuare a produrre un pezzo, un articolo o un accessorio nella tua fonderia di zama se l’IVA dovesse toccare livelli così elevati?

Generalmente quali sono i principali parametri che incidono sui costi di produzione?

Lasciamo momentaneamente da parte la materia prima, ipotizzando che rappresenti un costo indicativamente costante (ovvero, supponiamo che tutti utilizzino la stessa materia prima), e focalizziamo la nostra attenzione sui puri costi di trasformazione della tua fusione.

Attenzione: sto solo introducendo una approssimazione, conscio del fatto che la zama, come molte materie prime, non è indenne da attacchi e speculazioni di mercato che ti costringono alla massima efficienza produttiva con la minimizzazione degli scarti di fonderia.

Naturalmente, l’IVA al 26,5% colpirebbe pesantemente anche i costi di acquisto della materia prima.

Proviamo a farci aiutare dal web.

Ecco cosa potresti trovare navigando in rete, nel tentativo di capire cosa stia accadendo dietro questo delicato argomento e cosa stiamo rischiando nel caso in cui questo ipotetico aumento diventasse una amara realtà.

“L’aumento dell’Iva è previsto dalla legge di Bilancio per il 2019. Qui si stabilisce che, per garantire l’equilibrio dei conti pubblici italiani tra entrate e uscite, l’Iva ordinaria salga dal 22% al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 e l’Iva agevolata dal 10% al 13% nel 2020.

Per “sterilizzare”, come si dice in gergo – cioè evitare – questi aumenti dell’Imposta sul valore aggiunto si devono trovare, tra tagli di spesa o aumenti di entrate, più di 23 miliardi di euro nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021.

Come abbiamo verificato di recente, nel Documento di economia e finanza (Def) approvato dal Consiglio dei ministri del 9 aprile 2019 c’è scritto che, a legislazione vigente, questo aumento dell’Iva ci sarà.

Ma se l’Iva dovesse aumentare, come previsto attualmente dalle norme, quanto peserebbe sulle tasche di chi vive in Italia?

Al momento non si sa con certezza. Esistono delle stime che sono state fatte da associazioni di consumatori o di categoria ma che vanno prese con cautela.

Secondo alcune fonti ufficiali, si stima che a regime ci sarà un aumento di costi pari a circa 1.200 euro annui a famiglia, senza considerare i costi indiretti legati agli aumenti per imprese, industria, energia e trasporti.

Una stima meno pessimistica indica l’aumento di spesa – se entreranno in vigore tutte le clausole di salvaguardia previste dalla legge di Bilancio per il 2019 – intorno a 889 euro a famiglia.

Sul calo dei consumi, una previsione è stata fornita dall’Istat: l’incremento dei prezzi [dovuto all’aumento dell’Iva n.d.r.] porterebbe a un effetto depressivo sui consumi che, nel quadro delineato, potrebbe essere nell’ordine di 0,2 punti percentuali.

Secondo altre fonti ufficiali il ritocco delle aliquote e delle accise provocherà una contrazione dei consumi del -0,7% e una caduta degli acquisti che raggiungerà quota -27,5 miliardi di euro, con effetti a cascata sul Pil, sull’occupazione e sull’intera economia nazionale.

Vediamo ora cosa succederebbe se si bloccasse l’aumento dell’Iva, senza però reperire altrove le risorse necessarie a sterilizzare la clausola di salvaguardia.

Le stime in questo caso provengono da Banca d’Italia.

Secondo il quadro programmatico contenuto nel Def, il rapporto deficit/Pil (o “indebitamento netto”) si ridurrebbe dal 2,4 per cento di quest’anno, al 2,1 nel 2020, all’1,8 nel 2021. Ma, questi obiettivi scontano l’attivazione delle clausole di salvaguardia il cui gettito (…) ammonta all’1,3 per cento del Pil nel 2020 e all’1,5 dal 2021 (rispettivamente 23,1 e 28,8 miliardi)”.

Escludendo questo effetto, il disavanzo si collocherebbe meccanicamente al 3,4 per cento del prodotto nel 2020, al 3,3 nel 2021 e al 3,0 nel 2022.

Questa, lo sottolineiamo, è comunque solo un’ipotesi astratta. Per non violare i parametri europei ed evitare procedure di infrazione, nonché possibili conseguenze negative sui titoli di Stato, l’Italia non può modificare liberamente verso l’alto il proprio indebitamento netto. Se l’Iva non aumenterà sarà perché, come successo in passato, si sono trovate altrove le risorse necessarie per garantire l’equilibrio dei conti pubblici.

In conclusione, se non si riuscisse a scongiurare l’aumento dell’Iva, le ripercussioni economiche per chi vive in Italia sarebbero pesanti.

Quanto possano essere pesanti tuttavia ancora non si sa con certezza.

Corretto infine il dato sul “balzo” del rapporto deficit/Pil al 3,4%, nel caso in cui venisse impedito l’aumento dell’Iva ma non venissero trovate altrove le risorse per sterilizzare le clausole di salvaguardia, come certifica Bankitalia. Come detto si tratta di un’ipotesi di scuola, visto che le clausole di salvaguardia sono inserite proprio per evitare che vengano compromessi gli equilibri di finanza pubblica”.

Ma non finisce qui.

Ora desidero mostrarti una parte della bolletta relativa alla fornitura di corrente elettrica di una casa di villeggiatura che ho acquistato qualche anno fa, naturalmente evitando qualsiasi riferimento al gestore della rete per rispettare le regole sulla privacy.

Ti assicuro che resterai a bocca aperta…

Ecco come è composta la bolletta relativa alla fornitura della corrente elettrica.

-Materia energia: € 0,04

-Trasporto e gestione del contatore: € 13,36

-Oneri di sistema: € 19,40

-Arrotondamenti: € 0,94 – 0,25 = € 0,69

-Imposte: € 1,51

-Totale bolletta: € 35,00

Per fortuna non è inserito il canone del sistema televisivo nazionale.

Ma stiamo scherzando?

La legge permette realmente questo?

35 € pagati a fronte di un consumo reale di € 0,04!

Purtroppo questa è l’amara realtà!

Ma ti sei chiesto cosa siano realmente i cosiddetti “Oneri di sistema”?

Non potrebbe, forse, essere un modo occulto per raccogliere più soldi in tasse per finanziare attività di ricerca che dovrebbero già essere ampiamente finanziate dal pesantissimo gettito fiscale che siamo costretti a sopportare?

Per questa ragione desidero portare la tua attenzione su questo ragionamento.

Hai realmente capito per quale ragione sto facendo una battaglia eterna contro gli scarti nelle fonderie di zama, contro gli sprechi legati all’utilizzo di impianti sbagliati che producono a costi esorbitanti, con consumi energetici da guinness dei primati, con inefficienze tali da ridurre ai minimi termini i margini di guadagno delle aziende, nel tentativo di recuperare margini di investimento divorati da uno Stato che sta distrugendo tutto e tutti?

Purtroppo non finisce qui!

Ora vorrei farti capire quanto è deleterio utilizzare impianti di pressofusione sbagliati, troppo vecchi, troppo grossi, troppo lenti, di obsoleta tecnologia, con consumi energetici estremamente elevati, con costi di manutenzione stellari, con rendimenti energetici decisamente scarsi.

Naturalmente, le tue presse incidono pesantemente sul costo della fusione che stai producendo.

Nel caso di macchine nuove, sto parlando dei costi di ammortamento per gli impianti presenti nella tua fonderia, della capacità produttiva dei tuoi impianti, del loro tempo ciclo, dei loro costi generali di uso e manutenzione.

È logico pensare che se sbagli l’acquisto della tua pressa (non solo se è sottodimensionata rispetto a ciò che ti serve, ma anche se ne stai usando una troppo grossa), la tua fonderia sta lavorando a costi altissimi che possono compromettere il tuo guadagno.

Stai ancora usando vecchie macchine che consumano come portaerei o hai iniziato a convertire la tua fonderia a nuove generazioni di macchine a basso consumo energetico e basso impatto ambientale?

Quanto costa fare manutenzione a macchine vecchie che si rompono spesso?

Qual è la cadenza produttiva delle tue macchine?

Se la cadenza produttiva non è efficiente, da cosa dipende (macchina troppo vecchia o troppo grossa, ecc…)?

A titolo di esempio, vorrei mostrarti una simulazione di costo eseguita presso un mio cliente, confrontando la sua soluzione (macchina di 7 anni di dimensione eccessiva) con due soluzioni proposte dall’algoritmo di calcolo di Formula Foundry (il software originale per progettare, regolare e monitorare il processo di pressofusione zama): la soluzione più economica (ideale per aziende specializzate nella produzione di fusioni in conto terzi) e la soluzione più sicura (ideale per aziende che stampano un prodotto proprio, con adeguati ricarichi sui pezzi che vendono), che riguardano impianti nuovi con costi di acquisto ammortizzati in 5 anni.

Come vedi, una differenza di costo di solo mezzo centesimo di € a pezzo, in un anno di produzione, ti può compromettere un guadagno di 20.395,59 € e, al termine dell’investimento (5 anni) di ben 101.977,94 € (praticamente, il cliente si sarebbe pagato una macchina nuova da 20 tonnellate).

È ancora più devastante la simulazione della cadenza produttiva degli impianti, sotto riportata.

Ti faccio notare che, in questo caso, il cliente, in un anno, si troverebbe penalizzato di ben 13.935.040 pezzi (utilizzando la sua soluzione) e, al termine dell’investimento  (5 anni) la sua pressa avrebbe prodotto addirittura 69.675.200 pezzi in meno (attenzione: sto parlando di presse molto piccole e velocissime).

Oltre al danno economico (maggiore costo dei pezzi) e produttivo (minore produttività dell’impianto), prova ad immaginare il devastante impatto sulla bolletta della corrente elettrica, producendo pezzi lavorando il doppio delle ore rispetto ad una soluzione meglio congeniale dal punto di vista dei consumi energetici e della cadenza produttiva.

Come vedi, la materia è molto complessa e se non la affronti con le dovute cautele, rischi di avere i costi di produzione della tua fonderia fuori controllo.

Purtroppo, questi discorsi vanno fatti con le persone giuste, quelle che hanno affrontato queste problematiche con serietà e dedizione.

Le persone che sono arrivate alla soglia del meritato riposo e non hanno investito in crescita professionale, non avranno gli strumenti necessari per aiutarti ad analizzare al microscopio i tuoi costi di produzione.

Magari potrebbero dare qualche consiglio ai tuoi operatori per velocizzare il montaggio degli stampi, oppure aiutarli a rimettere in funzione vecchi impianti zoppicanti, potrebbero darti qualche consiglio per velocizzare la sostituzione dei segmenti, ma nulla di più.

Non analizzeranno le inefficienze produttive della tua fonderia per aiutarti a risanare le casse della tua azienda: non è possibile!

Chi ha focalizzato la sue esperienza lavorativa sulla pura teoria, si troverà ugualmente in difficoltà nell’analisi dettagliata dei costi di produzione e delle cadenze produttive di cui ti ho accennato.

È logico evitare di andare in quel luogo dove si concentrano i principali problemi delle tue fusioni!

Non sono sufficienti corsi di formazione localizzati in aule, in uffici, in luoghi lontani dalla fonderia o dove si concentrano i principali problemi di processo da risolvere con soluzioni tutt’altro che improvvisate.

La strada giusta è la focalizzazione sui principali problemi produttivi delle aziende che pressofondono zama, evitando di laurearsi in una scienza inutile come la “tuttologia”, che ti poterà sicuramente fuori dal tracciato principale che dovrà seguire la tua azienda nei prossimi anni.

Prova a fare con attenzione queste valutazioni.

Sto facendo da anni queste considerazioni, da quando ho iniziato a voler analizzare nel profondo il processo di pressofusione zama per capire dove possono esserci margini di miglioramento nei tuoi costi di produzione e nelle inefficienze della tua fonderia.

Ecco come mi impegno io ad analizzare e risolvere i problemi energetici della tua fonderia di zama.

Basta essere schiavi dei soliti speculatori di mercato.

Impara ad acquistare la materia prima che ti serve, ma senza sprechi.

Impara a fare l’analisi chimica dei tuoi bagni per recuperare il rottame producendo pezzi di qualità elevata.

Basta essere schiavi anche della bolletta della corrente elettrica e di uno Stato che non ti lascia il minimo indispensabile per vivere meglio di come stai oggi.

Vedrai che le efficienze di produzione volte alla riduzione drastica degli scarti ti porteranno a ridurre i tuoi consumi energetici e i costi della tua azienda.

Inoltre, oggi esistono macchine che hanno consumi molto lontani da quelli dei razzi lunari!

Oltre ai costi di ammortamento degli impianti presenti nella tua fonderia, che incidono notevolmente sul tuo costo pezzo, con il giusto metodo di lavoro imparerai a gestire sempre al meglio gli accoppiamenti macchina – pistone – stampo, a ottimizzare i tempi ciclo degli impianti, a ridurre ai minimi termini i tempi morti e i tempi di cambio stampo, ottimizzando sempre i consumi energetici dei tuoi impianti in fonderia.

Trova un modo alternativo per compensare l’aumento dei costi dovuto alla crescita devastante dell’IVA al 26,5%.

Ti insegnerò a monitorare il linea la produzione dei tuoi impianti.

Sarai in grado di ridurre le inefficienze produttive e gli scarti di produzione della tua fonderia, di ridurre le ore di lavoro delle tue macchine e dei tuoi operai per consegnare ai tuoi clienti un maggiore numero di pezzi, a parità di ore lavorate nella tua fonderia.

Ti aiuterò a ridurre il numero di prove stampo necessarie per mandare i tuoi stampi in produzione.

Ti aiuterò a prevenire gli errori di progetto dei parametri di processo.

In sostanza ti aiuterò a ridurre le ore di manodopera necessarie per far funzionare a regime e in qualità la tua fonderia di zama, il centro di costo maggiore insieme ai costi di ammortamento degli impianti e alle tasse incontrollate che devi puntualmente pagare e anticipare.

Finalmente, quando deciderai di applicare il metodo corretto di lavoro nella tua fonderia, le cose inizieranno a quadrare.

Se invece, per qualsiasi altra ragione, vuoi continuare a essere schiavo delle inefficienze della tua fonderia, allora puoi continuare a rivolgerti ai soliti fornitori con soluzioni inutili e improvvisate.

Allora, ti ricordo cosa può capitare rivolgendoti a chi non ha le idee molto chiare riguardo il problema delle inefficienze in fonderia:

-Non riuscirai a ottimizzare e ridurre costi, inefficienze e sprechi di denaro della tua fonderia.

-Lo stesso problema si presenterà inesorabilmente anche al tuo ufficio tecnico.

-Non troverai mai persone altamente qualificate che metteranno piede nella tua fonderia con l’obiettivo di risolvere seriamente i problemi che ti perseguitano da molti anni.

-Continuerai ad acquistare cose che non servono ad aumentare lo standard qualitativo delle tue fusioni.

-Sarai sempre in balia dei costi incontrollati di uno Stato sprecone e totalmente inefficiente

Grazie all’implementazione costante e quotidiana del Metodo Zama Scarto Zero, ecco gli importanti risultati che otterrai nella tua fonderia di zama.

-Ridurrai gli scarti di produzione.

-Abbatterai drasticamente i costi energetici.

-Ti dimenticherai le inefficienze produttive dovute ad un errato accoppiamento macchina – pistone – stampo.

-Imparerai a fare la manutenzione predittiva ai tuoi impianti per farli fermare solo quando lo deciderai tu.

-Limiterai la manodopera e i suoi costi.

-Anche tu riuscirai a compensare gli aumenti incontrollati delle tasse.

Allora, anche tu vuoi finalmente liberarti dai soliti fornitori che si improvvisano esperti nel processo di pressofusione zama, senza più rischiare di perdere soldi e credibilità?

Se veramente sei interessato ad approfondire quanto ti ho appena raccontato…

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Roberto Camerin

L’esperto del processo di pressofusione zama

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