Oggi desidero mettere in evidenza un aspetto determinante per chi, come me, ha deciso di mettere la sua esperienza a favore di coloro che hanno bisogno di risolvere un problema importante nella loro azienda.
Sto parlando della specializzazione.
Allora ti pongo una domanda che dovrebbe da subito aprirti nuovi orizzonti: metteresti la tua azienda nelle mani di una persona che si dichiara esperta di una grande quantità di processi industriali, tra i quali anche il tuo?
È realmente possibile, anche a fronte di uno sforzo formativo disumano, avere in mano le competenze necessarie per essere esperti di una quantità industriale di processi?
Quanti anni servirebbero realmente per poter conoscere, manipolare e dominare una vastità di problemi che metterebbero in crisi i maggiori esperti industriali di settore?
In effetti, sto mettendo sulla tua scrivania un interrogativo determinante per la scelta futura dei collaboratori con i quali vorrai lavorare in futuro.
Proviamo, allora, a fare qualche considerazione insieme, cercando di capire qual è il vero limite tra la realtà e la fantascienza raccontata da chi non è realmente esperto del tuo settore.
Immagina di stringere totalmente il focus sul campo della fonderia.
Ecco quali considerazioni potresti fare in merito ai processi legati a tematiche che, in primo luogo, potrebbero sembrare legate ad argomenti specifici, ma, nella pratica, abbracciano un ampio campo di argomentazioni.
Tipi di processo legati al campo della fonderia
In funzione del tipo di produzione che si desidera avere, del tipo di materiale che è necessario fondere, della qualità che si desidera ottenere dalle fusioni, della cadenza produttiva che è necessario garantire, dei costi che si è disposti a sostenere, esiste una serie di tecniche di lavorazione di leghe metalliche fuse o portate vicino al loro punto di fusione.
Tra queste tecniche di lavorazione, ad esempio, ti posso citare la pressofusione, la fusione in conchiglia, la forgiatura, la fusione in gravità, ecc…
Naturalmente queste tecniche di lavorazione delle leghe metalliche ad alta temperatura sono soggette a regole di produzione in qualità completamente differenti tra loro.
Hanno anche campi di applicazione estremamente differenti tra loro.
Ad esempio, un motore per automobile in alluminio deve essere stampato con una tecnica che garantisce l’assenza di porosità in grado di mettere in comunicazione con l’esterno le camere dei cilindri, infatti questo problema potrebbe generare una pericolosa perdita di pressione con conseguente calo della potenza del motore.
È ovvio che devi essere esperto di settore per produrre motori in alluminio, non servono sicuramente le competenze di chi produce, ad esempio, accessori moda.
Produzione dei getti con la tecnologia a camera calda o a camera fredda
Provando a chiudere il cerchio, ora ci approssimiamo al processo che maggiormente ci interessa: la pressofusione.
Se proprio di pressofusione si parla, è bene ricordare che le macchine che producono i getti metallici con questa tecnica possono essere definite a camera calda (nel caso in cui il forno e il condotto di iniezione siano parte integrante della macchina stessa) o a camera fredda (nel caso in cui il forno sia una entità separata dalla macchina).
Per entrare nello specifico, è bene ricordare che la tecnologia costruttiva delle due macchine accomuna solo ed esclusivamente il gruppo chiusura (peraltro inclinato rispetto all’orizzontale nelle macchine a camera calda), mentre il gruppo iniezione manifesta differenze abissali; inoltre la tecnica di estrazione delle stampate è completamente differente.
Anche le pressioni specifiche sul metallo sono notevolmente differenti.
In effetti, gli impianti a camera fredda privilegiano la pressione specifica sul metallo esercitata all’interno dello stampo, adattandosi particolarmente bene a stampare leghe che necessitano di essere stampate ad elevate pressioni (alluminio) e che non siano particolarmente critiche dal punto di vista termodinamico (come la zama).
Al contrario, gli impianti a camera calda privilegiano la dinamica del gruppo iniezione e ottimizzano il rendimento termico del processo.
Quindi, se sei esperto di presse a camera calda, come puoi conoscere nei minimi dettagli i principi di funzionamento delle macchine a camera fredda?
Leghe stampabili con le macchine a camera calda
Stringendo ulteriormente il focus, e concentrandoci sugli impianti a camera calda, ti posso ricordare che la lega che si stampa maggiormente con questo tipo di tecnologia è proprio la zama.
Infatti, come ti ho anticipato precedentemente, la dinamica del loro gruppo iniezione e l’immersione del medesimo nel forno, sono caratteristiche che avvantaggiano leghe critiche dal punto di vista termodinamico, come la zama.
Con questa tecnologia è possibile stampare anche il magnesio, una lega particolarmente pericolosa che può essere tenuta sotto controllo in maniera molto efficace grazie alla compattezza dell’impianto nel suo insieme.
Infatti, in questo caso, il gruppo iniezione è completamente immerso nel forno e il medesimo è chiuso e non comunicante con l’esterno per evitare che la lega, venendo a contatto con l’ossigeno, si possa incendiare (viene iniettato gas inerte come l’azoto che evita l’innesco delle lega, in questo caso il carburante, con l’ossigeno, ovvero il comburente).
Per chi non lo sapesse, qualche anno fa era possibile stampare anche il piombo, prima che venisse bandito a livello internazionale per la sua tossicità.
Pressofusione della zama con le macchine a camera calda
Focalizzando ulteriormente la nostra analisi sulla zama, stampata con la tecnologia a camera calda, anche in questo caso possiamo fare alcune distinzioni in merito al tipo di produzione che stiamo stampando.
Ad esempio, il nostro target produttivo potrebbe essere esclusivamente di natura estetica, come ad esempio l’accessorio moda o la maniglia di lusso per la porta o per il mobile.
In questo caso, quando andiamo a progettare il processo o i parametri di processo, dobbiamo curare molto il tempo di riempimento delle impronte e l’ottimizzazione termodinamica dello stampo.
Se, al contrario, dovessimo stampare getti che necessitano di caratteristiche tecniche particolarmente spinte (ad esempio cerniere per porte o pezzi che devono sostenere carichi particolari), in questo caso dovremo fare particolare attenzione alle porosità interne al pezzo, dovremo curare molto bene la quota di intervento della seconda fese dell’iniezione e dovremo fare molta attenzione alle velocità di attacco dei pezzi.
Magari, in alcuni casi saremo anche costretti ad usare la tecnologia del “sotto vuoto”.
Cosa succede se, malauguratamente, dovessimo stampare pezzi che hanno sia target estetici che target tecnici estremi?
In questo caso le cose si complicano notevolmente, perché dovremo cercare di curare tutti gli aspetti che ti ho precedentemente elencato.
Produzione di pezzi in zama di natura estetica nel settore del lusso
Chiudendo ulteriormente il nostro raggio d’azione, dovremo estremizzare i parametri di processo che ti ho spiegato nel punto precedente, volti al raggiungimento delle massime performance dei processi che si verificano in cascata alla fusione: la vibro finitura, la pulimentatura, la galvanica, l’eventuale verniciatura, ecc…
Già nella fonderia dovremo produrre ricordando che le fusioni dovranno sopportare sollecitazioni termiche importanti nei processi in cascata e dovranno avere caratteristiche cristalline precise per evitare di produrre scarti sensibili all’uscita delle vasche della galvanica o dei forni di verniciatura.
Magari, prima di inviare i pezzi agli step successivi, potrebbero essere utili alcuni test in alta temperatura per prevenire le bolle di fusione dopo la galvanica.
Potremo stare qui a conversare per alcuni giorni, sviscerando e affrontando problematiche che devi conoscere perfettamente se vuoi realmente che la tua fonderia di pressofusione zama produca pezzi conformi e di elevato standard qualitativo.
Io, personalmente, ho preferito focalizzare la mia attenzione su questi ultimi argomenti, in particolare ecco su cosa ho voluto concentrare tutti i miei sforzi.
Allora, con la massima franchezza, ti dico che non voglio assolutamente passare per un qualsiasi tuttologo nel corso delle mie attività.
Del resto, vista la complessità delle problematiche che ti ho solo accennato, come potrebbe essere utile per la tua azienda questo tipo di figura?
Non riuscirai mai a farti aiutare da queste persone a risolvere e prevenire i problemi che ti ho appena esposto.
Come può una sola persona essere esperta di tutti i processi che ti ho precedentemente elencato?
Come può conoscere alla perfezione una vastità così ampia di macchine e di impianti, così differenti tra loro?
Come può conoscere senza il minimo margine di errore le differenze che esistono tra leghe così differenti tra loro come l’ottone, l’alluminio, il magnesio, il piombo e la zama?
Come può abbracciare una vastità di processi successivi alla fonderia di natura così differente tra loro?
Le problematiche focalizzate alla produzione di articoli di vera qualità in zama, le sto analizzando da anni, da quando ho iniziato a voler spaccare questo processo per capire dove possono esserci margini di miglioramento nel prevenire ed evitare le non conformità dei tuoi clienti.
Ecco come analizzo i problemi che ti ho esposto puntando sempre all’eccellenza produttiva della tua fonderia.
Ho già accennato più volte, all’interno dei miei articoli, al fatto che è importante imparare a fare calcoli matematici che ti permetteranno di capire se stai progettando correttamente i parametri di processo che dovrai utilizzare nelle tue macchine in fonderia.
Questi calcoli, ad esempio, ti permetteranno di trovare sempre l’accoppiamento ottimale tra macchina, pistone e stampo.
Prima di mandare i pezzi che hai appena stampato in finitura, dovrai imparare a leggere e interpretare le curve di iniezione della macchina per capire se hai ottenuto un setup coerente con i parametri di processo che hai progettato.
Dovrai anche imparare a utilizzare il software del controllo qualità dei tuoi impianti per monitorare nel tempo quello che stai producendo.
Se invece, per qualsiasi altra ragione, vuoi continuare ad ascoltare famigerati super esperti di tutto il mondo industriale, allora puoi continuare a rivolgerti al tuttologo che non ti ha mai aiutato a capire e risolvere definitivamente le inefficienze che ti ho appena spiegato.
Allora, ti ricordo cosa può capitare rivolgendoti a chi non ha le idee molto chiare riguardo il processo di pressofusione della zama in camera calda:
-Continuerai ad affidarti ai soliti tuttologi, che verranno da te solo quando capiranno che ci sarà qualcosa di nuovo da venderti.
-Una volta raggiunto il loro scopo, non si faranno più vedere per molto tempo nella tua fonderia per paura di dover affrontare problemi che non sanno risolvere.
-Quando si accorgeranno che avrai bisogno di comprare qualcosa che ti possono vendere, ricompariranno come per magia, per risparire molto rapidamente a scopo raggiunto.
-Riuscirai ad accorgerti in tempo quando stai producendo fusioni problematiche, prima di buttare i pezzi nell’immondizia.
-Finalmente ridurrai drasticamente le non conformità dei tuoi clienti.
-Avrai il Know how adeguato per non sentire più inutili favole raccontate dai tuoi fornitori di fronte ad una loro non conformità.
-Ridurrai realmente gli scarti, sostituendo il lavoro manuale dei tuoi dipendenti con la tecnologia che già hai presente nella tua azienda.
-Risparmierai molte ore di lavoro dei tuoi dipendenti per il controllo e il monitoraggio qualitativo delle tue fusioni (quindi molto denaro).
Allora, anche tu vuoi finalmente liberarti dai tuttologi che non hanno mai risolto i problemi che perseguitano la tua fonderia da anni?
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione zama
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione