Se tu, in primis, non credi in te stesso, chi altro lo farà al posto tuo?
Quante volte non mi sono sentito in grado di fare una cosa, di affrontare una situazione complessa, di prendere una decisione importante per la mia vita o per la mia professione…
Quante volte non ho raggiunto il mio obiettivo perché io stesso non credevo in quello che stavo facendo?
Mi collego a quanto mi è accaduto circa 1 anno fa.
Mi sono iscritto ad un torneo di tennis, nella sezione “singolo maschile”, con l’obiettivo di non sfigurare, di non uscire dal campo “con le ossa rotte”.
Direi che non era un obiettivo particolarmente stimolante…
Ebbene, ho affrontato la partita inaugurale con la convinzione che non avrei passato il primo turno, e così è stato.
Non solo non ho passato il turno, ma il mio avversario non mi ha permesso di portare a casa nemmeno un game: mi ha letteralmente lasciato a 0.
Direi che posso aver fatto solo una pessima figura, prima di tutto con me stesso, poi con il pubblico e, infine, con la mia autostima, caduta al livello del piano di gioco.
Sottolineo il fatto da qualche anno partecipavo a questo evento.
Memore della figuraccia che ho fatto lo scorso anno, quest’anno ho pensato bene di evitare di iscrivermi a quel torneo.
Quando un amico ha chiesto il motivo della mia decisione, gli dissi letteralmente queste parole: “…sono troppo scarso per iscrivermi a quel torneo…”
Non so cosa si sia mosso nella mia testa, ma ad un certo punto, preso da un senso di compassione verso me stesso, decisi di trovare un compromesso: mi iscrissi alla sezione “doppio maschile” di quel maledetto torneo (maledetto per la mia autostima, naturalmente…).
Magari sarei potuto capitare nella squadra giusta, con un tennista come si deve…
Ebbene, dopo la formazione delle squadre, conobbi finalmente il mio compagno di avventura: non sembrava male come giocatore (lo conosco da qualche anno…)
Iniziammo a fare qualche allenamento insieme e si affermò in me una strana consapevolezza: non sembravamo messi male…
Poi accadde qualcosa di incredibile, di impensabile fino a quel momento, di totalmente assurdo: a una settimana dall’inizio del torneo il mio compagno di squadra dovette entrare in ospedale per un problema fisico.
Per l’ennesima volta sembrava la fine di ogni possibilità di riscatto: ero mestamente pronto a ritirarmi per evitare le penose figuracce dell’anno precedente.
Uscito dalla struttura sanitaria dopo un paio di giorni, fisicamente, era ridotto ad uno straccio: non si reggeva in piedi.
Il mio nemico bussava alle porte e mi diceva che era impossibile partecipare a quel torneo avendo a disposizione una sola settimana per recuperare.
Eppure il mio compagno di squadra, non solo era convinto di poter recuperare, ma, addirittura, pensava di poter fare una buona figura.
Ebbene, dopo qualche giorno di recupero e di lavoro fisico per cercare di recuperare il recuperabile, arrivò il debutto, contro un paio di giocatori di tutto rispetto.
Il primo set fu disastroso: ci lasciarono praticamente a 0.
Prima di iniziare il secondo set il mio compagno di squadra mi disse: “…stiamo tranquilli, mandiamo le palline dall’altra parte e cerchiamo di fare ciò che riesce meglio nel nostro gioco…”
…dopo una lotta durata più di un’ora riuscimmo a fare nostra la partita…
La seconda partita andò più o meno come la prima: inizio disastroso ma grande recupero alla fine.
Questa vittoria ci permise di andare in semifinale.
Giocammo la semifinale contro una squadra molto forte: in passato aveva già vinto quel torneo.
Tuttavia anche la semifinale seguì la stessa impronta delle altre partire: dopo una grande sofferenza iniziale, avemmo la meglio e andammo in finale.
Giocammo la finale contro una squadra molto forte, ma…
Io credo che entrambi abbiamo fatto un recupero mentale incredibile, che ci ha portato a credere che nulla fosse impossibile (tranne che per la mia mente, naturalmente…).
Ad oggi devo ringraziare il mio compagno di squadra, che ha affrontato la sua difficile situazione in maniera estremamente positiva, trasmettendomi una serenità che fino a quel momento non avevo mai provato, un senso di fiducia che ha abbattuto la mia negatività e ricaricato la mia autostima a livelli impensabili fino al giorno del debutto.
Purtroppo siamo quotidianamente circondati da negatività all’ennesima potenza.
Abbiamo visto ridurre drasticamente in brevissimo tempo i margini di guadagno delle nostre aziende.
Certo!
L’attuale situazione internazionale non ha aiutato nessuno a prosperare: le guerre in corso hanno generato instabilità, i costi sono aumentati per tutti, non possiamo più permetterci le inefficienze che affliggevano le nostre aziende in passato.
In fonderia la situazione è ancora più complessa: le aziende energivore hanno pagato più di altre le conseguenze delle guerre in atto.
Ad esempio, può capitare di avere acquistato impianti con tecnologia di ultima generazione e riuscire a sfruttarli forse al 30% delle loro potenzialità.
Spesso, le inefficienze produttive mettono in croce tutti i reparti produttivi e allungano pericolosamente i tempi di consegna dei prodotti.
In questo caso diventa strategico trovare un aiuto serio e concreto.
I tecnici dei reparti di progettazione e dei reparti di produzione hanno bisogno di elevare le loro conoscenze tecniche per colmare le loro lacune e rilanciare finalmente l’azienda verso un percorso di crescita e di consolidamento duraturo nel tempo.
Ma questo è solo l’inizio.
Le lacune tecniche nel campo della pressofusione devono essere colmate e risolte nel più breve tempo possibile e con la massima efficienza organizzativa di cui disponi.
È logico, con queste condizioni al contorno, perdere importanti quantità di denaro a causa di inefficienze e vedere andare in fumo una parte cospicua dei margini di investimento.
Dal punto di vista del processo e della gestione degli impianti, è immediato lavorare con stampi inefficienti e mal progettati o conoscere solo marginalmente i parametri di lavoro dei nuovi impianti che hai acquistato.
Come puoi arrivare all’abbattimento drastico degli scarti di produzione della tua azienda o come potresti far decollare la tua produzione e abbattere drasticamente i tuoi tempi di consegna in queste condizioni?
1 Usa un metodo affidabile per progettare i migliori parametri di processo per ogni tuo stampo.
Ti faccio notare che non stiamo scoprendo l’acqua calda.
Troppe volte mi è capitato di vedere stampi montati su macchine completamente sbagliate, che producono con parametri di regolazione completamente insensati (perché in determinate condizioni di lavoro è impossibile generare un profilo di iniezione coerente), con una cadenza produttiva assolutamente insufficiente, con costi orari altissimi, con uno standard qualitativo molto scadente.
Troppe volte ho visto montagne di pezzi scartati nel corso delle fasi di finitura (dopo aver speso grandi capitali per tutte le fasi che le precedono).
Troppe volte ho visto montare stampi su presse in fonderie in maniera improvvisata, senza una minima idea riguardo i migliori parametri di processo da inserire nell’impianto produttivo, senza una strategia di verifica e controllo scientifico dei parametri di processo, senza un target qualitativo preciso da raggiungere.
Quasi mai ho visto coraggiosi investimenti in tecnologia differente, legati ad una analisi scientifica perfettamente delineata dei pezzi che dovranno essere prodotti sull’impianto in fase di acquisto, con l’obiettivo di migliorarne gli standard qualitativi, la cadenza produttiva, i costi di produzione o i tempi di setup legati ai cambi di produzione.
2 Usa un metodo scientifico certo per regolare i parametri di processo per ogni impianto presente in fonderia.
Anche in questo caso non stiamo scoprendo l’acqua calda.
È fondamentale trovare una regolazione dell’impianto coerente e perfettamente sovrapposta con i parametri che hai calcolato in ufficio tecnico.
Cosa significa trovare una regolazione coerente?
Semplicemente si tratta di utilizzare i feedback dell’impianto (sto parlando delle curve di iniezione) per determinare i principali parametri dello stampo (tempi di riempimento, velocità di attacco, quota di intervento ottimale della seconda fase, ecc…), facendo in modo che siano perfettamente allineati con i medesimi parametri calcolati dall’ufficio tecnico.
3 Appoggiati ad un metodo scientifico certo anche per monitorare i parametri di processo per ogni impianto presente in fonderia.
È ovvio che non basta inserire dati coerenti in una pressa per avere la garanzia che problemi di produzione si possano facilmente evitare.
È vitale trovare sempre un punto di regolazione del processo stabile ma con ampi margini rispetto a zone di lavoro pericolose per lo standard qualitativo dei pezzi che devono essere stampati.
Ad esempio, immagina di stampare nel mese di gennaio, di iniziare a produrre alle 8 di mattina, con il glicole a 10°C e lo stampo alla stessa temperatura.
Alle ore 16 del pomeriggio il termometro posizionato sul serbatoio del glicole segna una temperatura di 58°C e lo stampo si è portato alla temperatura di 120°C.
Stiamo parlando di condizioni operative radicalmente differenti.
Molto probabilmente, il processo subirà una lenta deriva nel corso della giornata.
4 Credi sempre in quello che fai: solo così potrai fare cose eccezionali anche nella tua fonderia.
La storia che ti ho raccontato è assolutamente vera: mi rendo conto che la maggior parte della mia vita è andata proprio in quella direzione.
Credici assolutamente: ecco cosa potresti rischiare.
-Potresti regolare il tuo processo produttivo con metodi vecchi e inutili.
-Potresti spendere molto denaro in inefficienze.
-Sarebbe quasi impossibile abbattere i costi delle tue fusioni.
-I tuoi margini di guadagno potrebbero ridursi.
-Abbatterai drasticamente i tuoi scarti di produzione.
-Ridurrai drasticamente le non conformità dei tuoi clienti.
-Avrai il processo produttivo della tua fonderia perfettamente sotto controllo.
-Incrementerai produttività e guadagno per la tua azienda.
-I tuoi margini di guadagno arriveranno a livelli molto più elevati.
Finalmente, anche tu potrai tornare a investire nella tua azienda come una volta.
Allora, vuoi provare a riprendere in mano la tua autostima e portarla a livelli mai visti prima?
Roberto Camerin
L’esperto del processo di pressofusione
L'esperto nella riduzione degli scarti nel processo di pressofusione